“Il grande inverno” – Kristin Hannah


Voto: 5 stelle / 5

Ne “Il grande inverno” (Mondadori 2018) Kristin Hannah ci racconta la vita degli Allbright dalla metà degli anni ‘70.

Trama de Il grande inverno

La giovane Leni e la madre Cora vivono nel bush della terra estrema, in balia dell’inverno più lungo e rigido d’America e un padre sopravvissuto agli orrori del Vietnam. È stato lui a trascinarcele, per fuggire dai suoi incubi, sono dei cheechakos, degli stranieri forse sprovveduti. Quali effetti possono avere l’isolamento e le lunghe ore di buio su una mente già disturbata da un trauma come la prigionia di guerra?

La lunga oscurità invernale ha rivelato la vera natura degli Allbright, e quella del padre si mostra buia come quegli inverni imponenti e rigidi ma profondi e pericolosi. Leni e Cora sono così costrette a imparare a sopravvivere, non solo agli orsi o all’acqua che in qualsiasi sua forma, lassù, può uccidere, ma anche chi dice di amarti.

Recensione

Era dai tempi di “L’estate che sciolse ogni cosa” che non provavo un turbinio di emozioni così: dolore, rabbia, sollievo, commozione.

È uno di quei romanzi che ti catturano piano piano, in un crescendo di sensazioni; e vorresti leggerlo d’un fiato per sapere cosa ne sarà di Leni e Cora, ma, nel contempo, vorresti rimanere in Alaska con loro per un bel po’.

Ci sono due tipi di persone che si spingono in Alaska, Cora: quelle che inseguono qualcosa e quelle che fuggono da qualcosa. Dal secondo tipo… è meglio stare in guardia. E non è soltanto alla gente che bisogna stare attenti. La stessa Alaska può essere la Bella Addormentata un attimo prima e una carogna armata di fucile a canne mozze quello dopo. Abbiamo un detto che recita: Quassù puoi commettere un solo errore. Il secondo ti ucciderà.”

È una storia d’amore (in ogni sua sfumatura) e di sopravvivenza, potente come la giovane Leni che cresce nella natura selvaggia, l’Alaska in cui anche la Hannah è cresciuta e riesce a raccontare magistralmente. Donne provate dal clima e dalla vita, resilienti e tenaci, nonostante un’apparenza fragile. Dure come le rocce di granito delle terre estreme che fanno da cornice sublime agli avvenimenti.

L’autrice riesce a creare dei personaggi vividi e reali, analizzando le loro paure più profonde e trattando tematiche importanti come la violenza domestica, la frustrazione e l’alienazione, la colpa e il perdono. E ricordando com’erano gli Stati Uniti negli anni ‘70.

Un romanzo maestoso come la natura in cui è immerso, uno dei più intensi che ho letto negli ultimi anni. Consigliato a chi ama i libri dalle sensazioni forti e vuole conoscere donne resistenti agli scossoni della vita.

And each time I tell myself that I, well I think I’ve had enough / But I’m gonna show you, baby, that a woman can be tough.

E ogni volta mi dico che, beh, penso di averne avuto abbastanza / Ma ti mostrerò, piccola, che una donna può essere forte.

Chiara Carnio

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