“Prima dell’alba”, scritto da Paolo Malaguti, è un romanzo in cui storico e poliziesco si intrecciano. Pubblicato nel 2017 da Neri Pozza, è stato riproposto nel 2019 da BEATbestellers.
Di Paolo Malaguti abbiamo recensito: “Piero fa la Merica” e “Il moro della cima“.
Trama di Prima dell’alba
Il libro si apre sullo scenario della prima guerra mondiale: è il 2 ottobre 1917, sul fronte dell’Isonzo, in una delle fasi cruciali prima della disfatta di Caporetto. Il “Vecio” è un soldato rispettato da tutti essendo riuscito, a differenza di tanti, nell’impresa estrema di essere sfuggito alla morte in mezzo alle battaglie. Assistito in parte dalla fortuna, non gli è servito ciò che viene detto – o non detto – nelle esercitazioni, ma ha fatto tesoro delle esperienze osservando come sono caduti gli altri. Seguiamo quindi il Vecio ed altri disperati come lui nella marcia di ripiego dell’esercito. Troviamo i civili sbandati fuori e dentro, senza speranza, mangiati dalla fiumana o costretti ad arrendersi al nemico che avanza implacabile.
“Il Vecio lo sa bene: come fai a spiegare tre anni di guerra …anche lasciando stare i modi in cui si può morire standosene semplicemente in trincea, anche lasciando stare le insidie dell’attacco e del contrattacco, del corpo a corpo o della corsa su un terreno stravolto dalle esplosioni, volendo soffermarsi soltanto sulla minaccia dei proiettili, come fai a spiegare che non importa da dove arrivi il fischio, ma devi capire dove il il colpo andrà a cadere.”
I capitoli si alternano tra il periodo della prima guerra e il 1931 quando l’ispettore Malossi indaga sulla morte di Andrea Graziani, luogotenente della Milizia Volontaria. Come riporta la cronaca storica, l’uomo fece uccidere un sottoposto solo per non averlo salutato secondo le norme. Del cadavere sembra ci si voglia liberare senza accertamenti e proprio per questo Malossi, al di fuori dell’ufficialità, non desiste nello scavare attorno ad una morte così strana.
Apparentemente, ma solo inizialmente, c’è un’assenza di legami, non ci sono concatenazioni tra le due parti.
Recensione
I capitoli alterni, con i passaggi spazio-temporali e due diverse linee narrative, possono disorientare nella prima parte del libro. Proseguendo però, passo dopo passo, la trama si schiarisce, il lettore corre incontro all’epilogo, intuisce il legame tra personaggi distanziati nel tempo, costruendosi la verità da solo, prima di giungere all’epilogo. Il romanzo non concede tempi alla noia.
L’incertezza di fondo, quello stare come d’autunno sugli alberi le foglie espresso da Ungaretti, qui appare in tutta la sua minacciosa precarietà. La scelta dell’autore di riportare alcuni dialoghi in dialetto fa sì che si conservino le asperità delle situazioni vissute.
La scrittura di Malaguti lascia un eco: spunti di riflessione su un insensato rigore, su verità scomode, su una vittoria celebrata a scapito di povera gente.