“Quando si diventa anziani” – Antonietta Natalizio


Voto: 5 stelle / 5

L’immagine di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina, ci sorride dalla copertina del nuovo libro della dottoressa Antonietta Natalizio “Quando si diventa anziani” (Genesi editrice 2021).

Trama di Quando si diventa anziani

La foto della scienziata, indubbiamente molto avanti negli anni, elegante, curata in ogni dettaglio, dagli occhi luminosi e penetranti, potrebbe suggerirci una visione idealizzata della vecchiaia, in cui saggezza, intelligenza viva e capacità di riflessione sono caratteristiche comuni…..

No. per la maggior parte degli anziani questa è una eccezione, non la normalità. Invecchiando si diventa fragile nel corpo e nella mente; non si è più nella corrente della vita che spinge in avanti con forza ed in cui si fanno progetti di realizzazione nello studio, nel lavoro, nella famiglia, nei figli…

“La persona vecchia avverte il senso della caducità delle cose; viene meno l’aspetto più prezioso della vita che è l’attesa, quell’elemento che genera la spinta ad andare avanti. Quanto più l’uomo invecchia, tanto meno si aspetta qualcosa e tanto più intensamente avverte la fine…

La vita è sempre meno riempita dagli avvenimenti, si è sempre più consapevoli che quanto si fa ora lo si è fatto anche ieri, che l’esperienza fatta oggi è quella di otto giorni fa… La vita scivola via sempre più velocemente. Proprio per questo l’uomo che invecchia dimentica con sempre maggior facilità quanto accade di volta in volta, mentre ai suoi occhi acquistano importanza gli avvenimenti di un tempo.”

(Romano Guardini “Le età della vita” ed. Vita e Pensiero)

Recensione

Non è facile parlare in modo credibile della vecchiaia: ciò presuppone che si stia facendo di persona l’esperienza della vecchiaia  (come nel caso del grande teologo e filosofo Guardini) oppure che si abbia il talento, la predisposizione del cuore e della mente, di curvarsi con simpatia e rispetto verso l’anziano.
Così accade nel secondo libro della psicologa Natalizio. Con il suo fare sommesso e delicato ci presenta una esperienza sul campo. E dà voce ad alcuni anziani ancora con discrete risorse cognitive, attraverso incontri di gruppo ed individuali in una R.S.A.
Questa esperienza di ascolto è confluita nel libro “Officina poetica” e in “Quando si diventa anziani”. Quest’ultimo è il proseguimento del primo, ma leggibile anche a parte. Entrambi sono tesi a dare voce, attraverso il racconto di sé, delle proprie emozioni e ricordi a persone sempre più “invisibili”.

Lo stile

Lo sguardo dell’autrice è attento ad ogni sfumatura: valorizza la bella voce della signora Aurora, un tempo cantante lirica, condivide il dolore di Carolina che ha perso anni addietro un figlio ma ancora non riesce a far pace con questa perdita. Ascolta con pazienza le lamentele per il cibo e accoglie le parole di Loredana che piange pur non essendo abbandonata, dicendo:

“ non vorrei che mio figlio e mia nuora venissero a trovarmi, perché non saprei che cosa dire”.

Il dolore che non trova la via per affiorare nelle parole è forse – per me – la pagina più toccante di questo libro esperienziale.

Lo sguardo carico di umana attenzione e comprensione dell’autrice si estende anche ai familiari: preoccupati, con sensi di colpa, già gravati dal lavoro e dalla famiglia… come è difficile ai giorni nostri conciliare lavoro, famiglia, accudimento di persone bisognose di tutto!

Il libro esemplifica bene questo spaccato di umanità e presenta, nella sua parte finale, le tecniche per la stimolazione cognitiva nelle demenze lievi e moderate, i vari laboratori di stimolazione cognitiva e termina con la sottolineatura dell’importanza del ruolo del caregiver e della necessità del supporto psicologico ai familiari.

Per una autrice che è anche poetessa non poteva mancare un tocco delicato: le dediche dei “suoi” pazienti alla loro psicologa!

Anna Maria Chiara

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