“Contro il sacrificio” – Massimo Recalcati

Premessa


Voto: / 5

Prima di addentrarmi nel merito della riflessione riguardante il libro del Professore M. Recalcati, “Contro il Sacrificio, al di là del fantasma Sacrificale” è doveroso considerare due eventi che hanno segnato la storia dell’umanità menzionati nelle prime pagine del libro che secondo il mio modesto giudizio, costituiscono L’ossatura dell’opera. Gli eventi in questione hanno ridimensionato se non annullato le pretese di centralità dell’uomo rispetto a Dio. Il primo riguarda il superamento del geocentrismo con l’avvento della rivoluzione copernicana e il secondo, la formulazione dell’evoluzione della specie di C. Darwin.

copertina contro il sacrificio

Nel primo caso L’uomo si riscopre non più al centro dell’universo. La terra non è il luogo centrale dove si svolge “l’opera di Dio”. Si è preso coscienza che in realtà l’uomo abita su un piccolo pianeta che ruota intorno al suo sole, sperduto in un universo infinito, il cui universo è composto da miliardi di soli come il nostro e di miliardi di miliardi di pianeti. Su uno di questi pianeti, una qualunque forma di vita è quasi certa e l’esistenza di un’entità intelligente è altamente probabile.

Nel secondo caso l’uomo non può più considerarsi una creatura in rapporto privilegiato con il Suo Creatore, ma un essere più umilmente, derivante dai primati e dalla loro evoluzione. Esso risulta marchiato, da un marchio infamante, il DNA, che lo lega inesorabilmente al regno animale in forma però incompleto.

Questi due schiaffi subiti dall’uomo, hanno fatto tremare nelle fondamenta la torre di Babele costruita da Aristotele, riorganizzata da Cartesio fino ad arrivare ad Hegel. Con la coscientizzazione universale dei due eventi si ha la caduta dell’uomo. Nella caduta l’uomo è scomposto è fratturato è disintegrato in tanti pezzi. La sua immagine riflessa in uno specchio rotto, risulta sminuzzata in mille parti. E con esso scompare Dio e le sue rappresentazioni. Il sogno dell’uomo di riuscire ad avvicinarsi a Dio sfiorandolo, come ben evidenziato dall’affresco di Michelangelo, posto nella cappella Sistina, raffigurante il tentativo di Adamo di toccare con il dito indice il dito di Dio, è perduto per sempre. L’uomo svegliatosi dal sonno, cade, e nella sua caduta avviene la deposizione di Dio (Uomo).

Dalla caduta dell’uomo nasce la psicanalisi che ha il compito di ricomporre e ricostruire l’individuo. la Filosofia, progenitrice delle verità e delle scienze, muore, per rinascere come una Araba fenice in una delle sue ultime figlie la più giovane: la psicoanalisi.

Analisi Contro il sacrificio

Quello che ho inteso nella lettura del libro è che la psicanalisi, quella “lacaniana”, quella descritta dal professore, ed entro nel merito del libro, è quella che ha come missione principale di ridare dignità alla figura dell’uomo umiliato e prostrato.

“La forza del Desiderio” [rif. M. R.] entità che sovrasta l’uomo ma che lo caratterizza come unico e irripetibile, crea nell’individuo una discontinuità, uno scollamento riconducibile entro i termini di una non ripetizione e in una asimmetria. Come quella evidenziata dal professore nel confrontare la tragedia di Edipo e la parabola del figliol prodigo. In questo contesto il “Sacrificio” assume il suo vero significato, ossia si ribalta. Cioè si può sostenere per dignità dell’uomo, che esiste un unico sacrificio, quello con il quale si sacrifica il sacrificio.
In questo contesto la Legge favorisce la vita non la deprime. La Legge diviene sorgente di libertà non di chiusura. Bene è riportato nel libro e sapientemente dal professore il riferimento biblico della Genesi. Quando Dio proibì ad Adamo ed ad Eva di mangiare i frutti dell’albero della conoscenza, in quel momento offriva  loro un dono, quella della libertà. La libertà come scollamento dell’uomo dalla Natura.  Il sacrificio diversamente, inteso come avvilimento della vita, in quanto pretesa di una ricompensa maggiore in un futuro prossimo, mortifica l’uomo. L’individuo che si pone verso la vita in termini di sacrificala per vantaggio maggiore nel al di là, può presentare sintomi di nevrosi di varia natura.

Nella parabola del padrone della vigna che chiamò alla raccolta dei campi, i contadini, riportato dal professore, bene si intende il vero significato dell’agire contro il valore del sacrificio. Al di là del ” fantasma sacrificale” , come dice il professore, la ricompensa spetta a chi ha risposto positivamente alla chiamata. La vera ricompensa va a chi ha risposto si alla sua Vocazione, al suo desiderio. Di fatti, l’unico peccato che non può essere perdonato all’uomo, è quello di non avere detto si al suo desiderio, alla sua Vocazione, ma di averlo sacrificato o per paura o pretendendo una ricompensa maggiore nel al di là. Cercare di mettere in scacco il Dio, sacrificando la proprio vita, mortificando il proprio desiderio, è l’unico peccato che non può essere perdonato.  Bene ha fatto il professore ad accennare Kierkegaard, attraverso l’opera timore e tremore. Abramo quando si accinse a sacrificare il suo unico figlio, eseguendo il comando di Dio, non ha niente da guadagnarci, anzi ha tutto da perde, il suo unico e amatissimo figlio. Il suo dire si alla chiamata senza condizioni, senza contropartita sarà la sua salvezza. Il libro in questo senso è bellissimo sia nell’esposizione che nei concetti riportati.

Conclusioni

Libro capolavoro da leggere più e più volte, e ogni volta riscoprire nuove sorprese e nuove idee che capovolgono il senso comune di intendere il mondo, aprendo il lettore, a un mare di visioni inimmaginabili.

Salvatore Tessitore

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