“L’esorcista” – William Peter Blatty

«…Dio non parla mai. Il diavolo, invece, non fa che battere la grancassa. Il diavolo fa un sacco di pubblicità, padre.»

(Chris McNeal, madre atea di Regan)



Voto: / 5

copertina del romanzo thriller L'esorcista

Trama L’esorcista

Di che cosa parli L’esorcista credo lo sappiamo in molti, anche se non si è letto il libro almeno una volta sarà capitato di aver visto il film di Friedkin sceneggiato dallo stesso Blatty.  I comportamenti anomali della dodicenne Regan Teresa McNeal, che ne stravolgono il carattere e l’indole, dapprima sono attribuiti ad una lesione del lobo temporale: un cambiamento “tanto grande, in effetti, che due o trecento anni fa la gente affetta da disturbi del genere veniva spesso accusata di essere posseduta dal demonio.” Il funzionamento della mente umana è così complesso che, come sostiene Chris dall’alto del suo ateismo, “per mio conto trovo quasi più facile credere nel diavolo!”.


Recensione

Blatty affronta un problema di altri tempi, ormai creduto dalla Chiesa stessa un fenomeno raro e scientificamente dimostrabile con isteria o addirittura schizofrenia, tuttavia questo aspetto è, ancora oggi, avvolto nel mistero: si può parlare, ai giorni nostri, di possessione demoniaca?

Padre Merrin, l’esorcista chiamato a liberare il corpo ormai martoriato di Regan, parlando con padre Karras – gesuita e psichiatra interpellato dal Chris per valutare la patologia della ragazzina – gli fa notare che la presa di possesso del demone non si manifesta necessariamente nelle guerre e ancor più raramente alberga nei corpi umani. No. “L’ossessione si manifesta, infatti, soprattutto negli assurdi, insignificanti rancori, nei malintesi, nella parola crudele e tagliente che sale alle labbra involontariamente in una discussione tra amici. Tra innamorati. Se di queste cose ne mettiamo insieme un bel po’, non abbiamo bisogno dell’intervento di Satana per fomentare le nostre guerre. Ci riusciamo da soli… da soli…”.

E’ corretta l’interpretazione di padre Merrin? Quanto, invece, sono ancora forti alcuni retaggi culturali che portano a pensare che la violenza – ed il male in generale – siano guidati da spiriti demoniaci, presenti in moltissime religioni e credenze?

Un libro forte, intenso, profondo, intriso di senso di colpa e di debolezze umane, di passi vacillanti che sembrano alimentare il male che ci circonda e che, forse, sono essi stessi il demone. Dalle pagine escono l’angoscia impotente e la disperazione di una madre, l’orrore di un’ossessa, i dubbi di un sacerdote, personaggi raccontati in tutte le loro sfaccettature; Blatty usa le parole in modo sapiente e dirompente dando al lettore la netta sensazione di essere in quella cameretta maleolente avvolta dal gelo, tenendolo per mano ed accompagnandolo per tutto il tempo, perché le paure del lettore sono le stesse dei protagonisti. Lo accompagna anche quando si precipita nella lotta perpetua tra bene e male, fino allo scontro finale in cui tutto sembra potersi perdere. Come sembra sempre notte a Georgetown perché il diavolo ha oscurato il sole.
«”Io ti scaccio, spirito immondo, e insieme a te scaccio ogni satanico potere del nemico! Ogni spettro che sale dall’inferno! La crudele legione!”» [dal “Rituale”, libro usato nel romanzo per l’esorcismo.]

Chiara Carnio

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