“Ho imparato” – Enrico Letta


Voto: / 5

Indipendentemente dalle posizioni politiche, Enrico Letta è una risorsa del mondo politico, culturale ed intellettuale italiano. Questo libro ne è la dimostrazione.

Copertina di Ho imparato

Intendiamoci, non tutto ciò che dice mi trova d’accordo (ma questo importa solo a me), e le sue analisi del mondo talvolta peccano di parzialità (cosa che per altro lui stesso dice all’inizio del libro). Ma la profondità di pensiero, la capacità di critica e (soprattutto) autocritica, il tentativo di trovare soluzioni mai banali a problemi complessi cercando di ridefinirne i confini (“Think out of the box”) rende il libro piacevole come un sorso di acqua fresca quando si ha sete, soprattutto se paragonato all’attuale scenario politico, fatto solo di certezze e di ego.

Letta mena a destra e (soprattutto) a manca, si fa forte (ed è questa la sua vera arma) della sua esperienza didattica all’estero ed in patria che gli “ha fatto imparare” prospettive diverse, riscopre la radicalità (non il radicalismo, che è cosa diversa) di pensiero ed azione. Valuta il populismo in maniera diversa, senza indulgenze ma senza demonizzarlo. Inquadra la situazione italiana – come è naturale che sia – in un contesto globale dal quale non si può più sfuggire.

La sua generazione – che poi è anche la mia – troverà, al suo termine, tre volte la popolazione mondiale di quando è nata, e rapporti di forza tra continenti completamente mutati. Cosa può fare l’Europa, visto che tornare indietro o “difendere i confini” è chiaramente impossibile e funziona solo come slogan per le elezioni?

Commento a Ho imparato

Le risposte che da Letta sono sempre interessanti, talvolta profonde ed indovinate (lo si capisce dal linguaggio molto più chiaro e fruibile, come ad esempio l’investimento in scuola e cultura), talvolta più complesse e che rivelano il pensiero ancora non definito dell’autore (ad esempio sulla migrazione, dove a fronte di un’analisi correttissima del tema, la proposta è più a lungo termine e complicata). Ma mai banali, mai urlate, mai “in contrapposizione”. Lo può fare perché ha un altro mestiere (che si è guadagnato con i suoi studi) e perché la sua coerenza politica glie lo ha consentito, quando era li.

Io credo che una persona come Letta, ministro a 30 anni, vice presidente del consiglio a 40 e presidente del consiglio a quasi 50, arrivato a 53 anni abbia il dovere di fare quello che sta facendo, ossia trasmettere la sua esperienza. Il problema è quando a quell’età ancora brigano per posti di potere…

Insomma: Ho imparato è un ottimo libro, che consiglio non per essere d’accordo con Letta (non lo sono neanche io, in svariati punti del libro), ma per pensare di politica in maniera calma e ragionata. Un libro che aiuta molto a confermare o confutare le proprie idee in merito senza bisogno di slogan.

Del resto, non si chiama Matteo (né a destra né – soprattutto – a manca)

Cesare Gigli

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