“La profezia del libro perduto” – Martin Rua


Voto: / 5

Come spesso capita, ho scoperto “La profezia del libro perduto” casualmente; complici la copertina accattivante, una trama coinvolgente, la mia fase “thriller storico” e, perché no, un prezzo imbattibile, decido di portarmi a casa il romanzo pur non avendo mai sentito parlare di questo autore.

Confesso che il libro è rimasto intonso nella mia libreria per parecchio tempo prima che mi “ricordassi” perché lo avessi acquistato; i miei autori “preferiti” saltavano sempre la fila e Rua finiva in qualche modo continuamente in coda fino a quando, ispirata, ho finalmente deciso di leggerlo.


Trama La profezia del libro perduto

Avignone, Francia. Giorni nostri.

Al di là di un Prologo, inizialmente incomprensibile,  il libro comincia con l’immancabile delitto, particolarmente efferato e misterioso, e con la descrizione dei protagonisti e del contesto storico e geografico. Un breve rigo, posto all’inizio di ogni paragrafo, ti aiuta a localizzare luogo e tempo della narrazione e ti conduce per mano non solo nel corso dell’indagine sull’assassinio ma anche in un viaggio all’indietro nel tempo, all’epoca di Nostradamus.

In un’Europa costantemente minacciata dagli attacchi terroristici i protagonisti del libro si lanciano in una vera e propria caccia all’uomo nel tentativo di interpretare le visioni dell’odierno Nostradamus e salvare così il mondo da un pericolo imminente.

 

Copertina La profezia del libro perduto

Recensione

Ho aperto questo libro con pochissime aspettative ma con la ferma intenzione di dargli, finalmente, l’opportunità di farsi leggere. Sono quindi stata catturata, mio malgrado, da questa continua corsa contro il tempo e dalla voglia di sapere finalmente (alla fine del libro) chi è che tiene le fila dei giochi. Rua è bravo a condurti tra le pieghe del tempo e dei luoghi alla scoperta di un famigerato scrittore prima, di spietati assassini durante e di un subdolo regista alla fine.

Fa da sfondo una scenografia tremendamente attuale; gli attentati terroristici, l’odio razziale, una politica terribilmente opportunista e diabolica sono ugualmente protagonisti di un romanzo che ha il merito di alimentare costantemente le tue aspettative. Tenuta in sospeso fino alla fine il romanzo non riesce però a mantenere, nel finale, lo stesso pathos del libro e, all’ultima pagina, mi lascia con più di una domanda in sospeso.

La spiegazione di questi punti interrogativi è data dal fatto che “La profezia del libro perduto” è il primo libro di una trilogia (la Prophetiae saga): fanno quindi seguito “L’enigma del libro dei morti” e “L’ultimo libro del veggente”. Vorrà dire che, a breve, mi tufferò nuovamente nella scrittura di Rua per ritrovare gli intrecci e i legami che ha così mirabilmente tessuto nel primo libro.

Cinzia Cavalieri

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