“In principio fu Chaos. Poi fu subito Gea dall’ampio seno, per sempre dimora di ogni cosa e quindi Eros, il più bello fra gli dei immortali che scioglie le membra, e di tutti gli dei e di tutti gli uomini doma nei petti la mente e l’assennato consiglio.”
Con queste parole riportate nelle prime pagine de L’abisso di Eros in maniera lapidarie, tratte dal poema più famoso di Esiodo la Teogonia, inizia Matteo Nucci, a parlarci dell’EROS e della Seduzione. E lo fa, ritornando alle origini, ripercorrendo storie famosissime di Dei, eroi, uomini e miti intramontabili che con le loro passioni seppero conquistarsi amori eterni.
Commento al saggio L’abisso di Eros – Seduzione
Matteo Nucci, dopo il successo del saggio narrativo “ Le lacrime degli eroi “ (2013) in quest’ultima opera riconferma quanto già aveva dimostrato, ossia la sua alta preparazione e bravura. Infatti nel suo lungo e minuzioso lavoro durato più di venti anni, venti anni di studio e ricerca ma anche di presenza fisica e riscoperta dei luoghi dove si svolsero le vicende raccontate, il Nucci ci presenta uomini, greci illuminati, Poeti, filosofi, narratori, storici, scienziati e politici, che seppero cogliere l’irresistibile potere della forza dell’eros.
La quale forza è l’unica capace di squarciare cosi in profondità l’animo dell’essere umano da indurre l’uomo alla ricerca insaziabile della bellezza; Quella sconcertante bellezza che ci fa tremare le gambe, quella che ci fa arrossire e provare vergogna, La bellezza che brilla quando siamo in armonia con noi stessi.
Quell’armonia che risulta essere il “secreto” svelato da Nucci nel rispondere alla domanda come realizzare la felicità dell’animo umano. L’eros dunque, sostanza come liquida, che penetra e squarcia il petto, come energia travolgente, necessaria al raggiungimento di una dinamica armonia tra le forze pulsionali dell’essere.
Il Saggio che si articola su tre parti principali (Squarcio, Seduzione, Spaesamento) preceduto da un capitolo introduttivo (Amore senza fine) e un capitolo finale (Perché l’amore non finisca), infiamma il lettore con un pathos crescente e impetuoso capace di far emergere in tutta la sua “meraviglia” dal fondo della sapienza antica dove è posta, attraverso un viaggio a ritroso nello spazio, nel tempo e nel pensiero, il senso ultimo dell’Amore e dell’eros:
“L’amore mediante l’eros è ricerca, tensione , aspirazione continua a qualcosa che sempre dobbiamo continuare a cercare, qualcosa che è bene per noi e che non si realizza nella perfezione ma nell’inesauribile spinta. Ossia il desiderio di superarci, di andare avanti, di cercare sempre qualcosa di meglio, qualcosa di più solido, vero, consistente, eterno dell’eternità che è concessa ai mortali.
“Amore mediante eros è forza che si realizza nella realizzazione”
L’opera del Nucci e da iscriversi anche come rilevante lavoro accademico rendendo gloria, a uno dei studiosi del mondo antico più eccentrico del novecento italiano, Giorgio Colli. Il quale con la sua opera più rilevante “ La nascita della filosofia” che si gemella con La nascita della tragedia di Nietzsche, scostò il velo da quei due grandi pilastri ideali categoriche della riflessione greca antica: l’apollineo e il dionisiaco.
Categorie destinate a diventare celebri grazie alla dirompente novità della visione dell’apollineo come polo della razionalità in opposizione al dionisiaco come polo dell’irrazionalità. In effetti, sosteneva Colli, anche con Apollo si entra in territori che sfuggono alla ragione. Il dio è terribile e feroce. Ciò che porta agli uomini non è chiarezza, evidenza, plasticità nella sua contrapposizione a Dioniso che è oscurità, ebbrezza, irrazionale. Le due divinità non sono contrapposte. Su questa innovazione interpretativa, Colli fonda la sua idea dell’origine della sapienza antica”.
In ultimo mi si consenta, a chiusura di questa presentazione de L’abisso di Eros, di riportare alcune parole dell’autore che a mio parere sono significativi e allo stesso tempo invitanti per chiunque incuriositosi voglia gustarsi la lettura integrale dell’opera.
“Non esiste nulla di più semplice nelle nostre vite. E niente è più complesso di eros. Pòlemos, guerra, è il padre di ogni cosa. Lo diceva Eraclito l’oscuro e stavolta non era affatto ambiguo. Perché Pòlemos vive al centro della nostra anima. Per realizzare eros in noi allora dobbiamo armarci e combattere. Dobbiamo liberare l’ira che ci annebbia come fumo ma ci da vita miele… Solo allora sentiremo finalmente la potenza terrorizzante del brivido erotico. Per amarsi è necessario tradirsi insomma. Lottare e disperare. Lasciarsi prendere dall’ira e dall’orgoglio. Salvare la propria dignità. E poi rincorrersi. “
Salvatore Tessitore