L’etimologia ci dice soltanto che il termine sesso deriva dal latino sexus della quarta declinazione. Due i significati: sesso e organi sessuali. Come dire: tutto e niente.
Non ha tutta questa importanza. Tanto si continua a fare. E a discuterne. Magari con pulizia mentale e ironia, che non guastano mai. Così fa Cristiana Danila Formetta nel suo Sesso senza vie di mezzo. Lei non perde tempo con prefazioni o introduzioni varie. Si tuffa all’istante in medias res, come si dice.
Struttura del libro
Il libro è suddiviso in otto sezioni – La prima volta, Preliminari, Posizioni, Luoghi, Lingerie & Abbigliamento, Sex toys, Extreme (perversioni), Post coitum – dalla struttura binaria. Nelle pagine pari, quel che si può (anzi, si deve) fare. In quelle dispari, quello che sarebbe bene (o igienico) evitare.
Buon senso innanzitutto
Perché il sesso è una questione di testa. È da lì che parte tutto. Bisogna anche considerare «le comuni leggi del buon senso». Come queste:
Un appuntamento prevede due persone. Se all’appuntamento ci si presenta in tre o in quattro, non è più un appuntamento ma una festa riuscita male.
Se la testa si riempie di dubbi e di paure, ci sarà impossibile sentirci a nostro agio, e immancabilmente finiremo per dare un’impressione negativa a chi ci sta vicino.
Piangersi addosso è sempre sbagliato, ma farlo durante un appuntamento romantico può rivelarsi un boomerang di proporzioni gigantesche.
Il succo del discorso
Una scrittura chiara e schietta presenta un vantaggio enorme: il lettore la capisce subito e la scorre volentieri. Specie quando si sgombera il campo dagli equivoci: «Godetevi il peccato per quello che è: una trasgressione fine a se stessa».
Almeno così non ci si prende in giro. Alla fine, il succo del libro di Cristiana Danila Formetta si potrebbe condensare con queste parole: «Ogni gioco erotico si basa principalmente sul rispetto per gli altri. Questa è la prima regola ed è anche la più importante».
Leggete, dunque. E imparate.
Cristiana Danila Formetta, Sesso senza vie di mezzo, Bologna, Pendragon, 2011