“Un secolo e poco più” – Luigi Saraceni


Voto: / 5

Avrei voluto scrivere io un libro del genere, perché vorrebbe dire aver avuto una vita piena come quella dell’autore. Piena di tutto, di impegno, di passione ed anche di tragedie.


Copertina del libro di Luigi Saraceni

Un secolo e poco più è un’affresco dell’Italia del XX secolo

Luigi Saraceni (magistrato, deputato, avvocato) racconta la storia della sua famiglia a partire dal padre, Socialista quando esserlo voleva dire andare in galera grazie al fascismo fino al dramma della figlia condannata per terrorismo. Un affresco dell’Italia del XX secolo che parte dalla Calabria per arrivare a Rebibbia. Nel mezzo, le esperienze dell’antifascismo, della liberazione, delle difficoltà di essere in magistratura partendo da sinistra, e poi dell’esperienza parlamentare.

Su questa, Luigi Saraceni dà il meglio di sé, dettagliando in modo chiaro perché il potere legislativo, in Italia, è così importante. I lavori in commissione, le leggi fatte congiuntamente da esponenti di maggioranza ed opposizione prendendo i migliori esperti del ramo da entrambi i campi, ed infine l’attività politica a tutto tondo.

Non è un’autobiografia. Le sue esperienze ed i suoi ricordi di vita servono a dare risalto allo sfondo (l’Italia tutta) in maniera magistrale. E così appaiono luoghi come il tribunale di Roma (il famoso porto delle nebbie), personaggi D’Alema che con la sua freddezza è in realtà una spugna che tutto assorbe da chi sa qualcosa, figure “tecniche” come Minniti durante l’affaire Ocalan, ed anche, nella parte dedicata al padre, le donne calabresi che protestano e i vari regimi che impediscono il progresso morale e civile di quei luoghi.

Saraceni è, ovviamente, di parte. Che non vuol dire fazioso. È troppo onesto intellettualmente per esserlo. Persino nel dramma della figlia, condannata in cassazione per aver supportato gli assassini delle “nuove” BR, ammette che spera da padre nell’errore giudiziario, ma che da uomo di legge sa che quella sentenza va rispettata.

Da leggere assolutamente, c’è molta più Italia qui che non nei libri di Storia.

Cesare Gigli

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