“Sembrava bellezza” – Teresa Ciabatti


Voto: 4,5 stelle / 5

“Sembrava bellezza” (Mondadori, 2021) è l’ultimo romanzo di Teresa Ciabatti, scrittrice e sceneggiatrice di successo. E’ un viaggio tutto al femminile tra presente e passato, rimpianti e certezze, cadute e rinascite. Realtà? Finzione? L’autrice ama lasciarci nel dubbio, costringendoci così a mantenere sempre viva l’attenzione. Piacevolmente.

Ringraziamo la casa editrice per la copia omaggio inviata.

Trama di Sembrava bellezza

Lo scorrere del tempo è implacabile, ma può riservare particolari sorprese. Lo sa bene la protagonista del romanzo, scrittrice rinomata, che ha finalmente ottenuto la sua rivincita nei confronti di un mondo che l’ha sempre emarginata. Da semplice ragazza di provincia, sovrappeso e perennemente inadeguata, ottiene il suo apparente riscatto. A che prezzo? Sul suo cammino lascia un matrimonio, numerosi amanti, una figlia che la rifiuta e l’amica del cuore, Federica, che non sente da circa trent’anni. Sarà proprio l’email inaspettata di Federica a innescare in lei un turbinio di emozioni, ricordi, rimpianti, errori inconfessabili.

L’adolescenza della nostra scrittrice è stata da sempre segnata dall’amicizia di Federica e dalla bellezza di sua sorella Livia, amata, desiderata e invidiata da tutti, sicura, sprezzante e meravigliosa. Livia e il suo lettino abbronzante, Livia e la sua storia d’amore con Massimo, Livia e il suo provino cinematografico, Livia e le sue mille esperienze, che costituivano linfa vitale per la sua anima irrequieta.

Ma una notte accadrà qualcosa di terribile. Un drammatico incidente sconvolgerà la vita delle tre ragazze e la mente di Livia rimarrà per sempre bloccata in un tempo sospeso. Per sempre giovane, per sempre innamorata, per sempre ragazza. La vita continua per le due amiche, si complica, le porta su strade impervie e completamente diverse, mentre Livia rimarrà prigioniera di se stessa, in un’eterna adolescenza.

“Esiste una ragazza trasversale, un’idea di ragazza, ombra spettro, il contrario di ideale, una creatura che passando il testimone abbiamo rappresentato tutte. L’obesa, la malformata, la rapita, la ritardata…eccola a saltellare nel tentativo di evitare le pozzanghere. E siamo noi.”

Recensione

Una donna. La sua storia.

“Una madre in bilico tra infanzia ed età adulta, questo sei, ferma alla creatura a metà.”

Chi sei veramente? Se lo chiede anche la nostra protagonista fin dalle prime pagine. Scrittrice affermata, egocentrica, spietata. Adolescente fragile, esclusa, rifiutata dai coetanei della Roma benestante. Madre assente, collerica, aggressiva. Perennemente fuori luogo rispetto alla realtà che la circonda, combatte tutta la vita per conquistare un posto nel mondo che sia segno di rivalsa, vendetta contro la società che da sempre l’ha posta ai margini. Con una sincerità spiazzante e spudorata ci confessa i suoi sentimenti, i suoi errori, le sue conquiste e i suoi fallimenti, facendo emergere tutte le umane debolezze.

Non è facile seguire il flusso dei suoi pensieri. Presente e passato si mescolano nella mente della narratrice e i continui salti temporali sembrano spiazzare il lettore. Quando poi ci si fa trascinare dalle correnti impetuose dei suoi pensieri e si riesce a cogliere l’originalità di uno stile dirompente e incontenibile, il romanzo si rivela in tutta la sua potenza.

Tutto ruota intorno al concetto di bellezza. Cercata e sofferta nel passato, conquistata e ostentata nel presente, cristallizzata ed eterea nella figura di Livia.

“E’ colpa tua, risuona la voce dal passato, la testa bionda, la bambola. La cinquantenne volteggia, il palloncino sfugge. I LOVE YOU. Vola giovinezza, vola innocenza. Speriamo che voli su un bel ragazzo.”

Si cade, ci si rialza, si cade nuovamente. Che si tratti della botola dei camerini nelle leggende metropolitane o di quella dei programmi televisivi o di un drammatico incidente, la caduta è un altro tema fondamentale intorno al quale si snodano le vicende della protagonista, metafora inevitabile dell’esistenza umana.
E’ un romanzo autobiografico? Il dubbio rimane nel lettore e l’autrice, con arte sapiente, non ci aiuta a scioglierlo, nonostante il continuo dialogo con i lettori, quasi a cercare conferme, talvolta a chiedere comprensione o compassione. Risulta perciò difficile capire dove finisce la realtà e comincia la finzione letteraria, qual è la differenza tra apparenza e verità. E il titolo del romanzo non può che evidenziare questo indecifrabile binomio.

One Response

  1. cristina mosca 20/04/2021

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