“Sopra ogni cosa” – Simona Morani


Voto: 4 stelle / 5

Un ragazzo siriano ed una ragazza italiana, nel loro incontrarsi, perdersi e ritrovarsi, sono i protagonisti di questo libro, “Sopra ogni cosa”, scritto da Simona Morani ed edito da Giunti ad agosto 2022.

Trama di Sopra ogni cosa

Il trasferimento temporaneo di Alina in Germania non è soltanto un’esperienza nuova da aggiungere al suo curriculum: è anche un modo per scappare dal paesino sugli Appennini dove è nata, allontanandosi dai genitori dalla visuale ristretta.
Noah invece arriva in Germania dalla Siria; egli, a differenza della ragazza, non avrebbe voluto lasciare il suo paese, ma l’ambizione e la voglia di prestigio paterne esigono che diventi medico. Noah non si sente parte della comunità tedesca; anche i tratti fisici sono lì a ricordargli le sue origini.
Questi ragazzi provenienti da ambienti diversi, incompatibili, sono attratti da qualcosa di profondo che li avvicina. Ambedue, nel loro andirivieni tra paesi d’origine e la Germania, non si sentiranno di appartenere né alla terra che li ospita ma neanche a quella in cui hanno le loro radici. A questo proposito ecco le sensazioni di Alina:

“Mi sono buttata, non prima di avere rovinato rapporti e disseminato ostilità dietro di me. Oscillo tra determinazione ed insicurezza, tollero, accondiscendo, procrastino, in bilico tra prendere le redini della mia vita e non ferire. Solo che un’empatia mal gestita rischia di trasformarsi in ipocrisia.”

Noah che, in Germania, segue le informazioni sulle manifestazioni ad Aleppo e l’esodo si massa dei siriani nel 2011, non riconosce se stesso e suoi connazionali:

Io, un privilegiato, soltanto ora scoprivo da vicino le arretratezze dei miei connazionali. In questo tipo di uomini non mi riconoscevo“.”

Eppure tutti gli avvicendamenti, le sfide, i ricongiungimenti, pur facendo perdere quel pulviscolo di folle leggerezza tipico della gioventù, porteranno Alina a prendere decisioni importanti e a non lasciare che la famiglia interferisca con la sua vita.

Recensione

Una sensibilità comune connota i personaggi, ma ideologie diverse li separano. Se Alina ha alle spalle una famiglia con una cultura patriarcale, rapporti astiosi ed esasperati arricchiti di piccole miserie, Noah avverte anche il peso dell’espatrio forzato, del vedere le condizioni disumane delle comunità siriane nei campi d’accoglienza. Mentre Alina è in balia della confusione, Noah, non riconoscendo più una propria identità, ha bisogno di mimetizzarsi.
Il libro ha un buon ritmo narrativo; l’autrice scava nelle emozioni che affiorano in modo limpido. Convivono la disperazione e la speranza, il dolore e la tenerezza. E’ un capitolo di storia lungo una quindicina d’anni che sa offrire molteplici spunti di riflessione, dal coraggio necessario per non soccombere alla rigidità dei rapporti familiari, all’incontro tra fedi e culture diverse.

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