Edito da Einaudi nel 2021, “Spatriati” è un romanzo di Mario Desiati incluso fra i dodici finalisti al Premio Strega 2022.
Trama di Spatriati
Francesco Veleno e Claudia Fanelli sono figli di due adulteri: la madre di Francesco e il padre di Claudia si sono innamorati nei corridoi dell’ospedale in cui lavorano. Il termine è corretto, identifica in maniera abbastanza ampia, eppure precisa, lo stato d’animo dei due ragazzi, ma è un termine che appare improprio in un romanzo che parla di libertà.
Per Claudia, Martina Franca rappresenta la catena che le impedisce di realizzarsi, di essere se stessa, è il luogo in cui ogni suo gesto ha una critica pronta.
Francesco, invece, non riesce ad immaginare la vita lontano dai luoghi in cui è nato e cresciuto.
“Prima di Claudia la realtà era quella che mi raccontavano e non quella che vedevo.”
L’amicizia tra i due ragazzi diventa sempre più forte, cresce, si consolida come l’intolleranza di Claudia verso la sua terra. Parte appena può: prima Milano, poi Berlino, la città più libera d’Europa. E’ qui che Claudia comincia a vivere.
Recensione
La prosa di Desiati è piacevole, nella seconda parte di “Spatriati”, più che nella prima. Ho preferito i protagonisti adulti rispetto ai ragazzi, credo per compatibilità generazionale.
Il sesso è un tema centrale del romanzo: la libertà, in qualsiasi forma la si voglia declinare, parte da lì. Desiati lo racconta in maniera schietta e delicata. Credo sia stato molto coraggioso: i libri in cui si parla di sesso in maniera così esplicita sono spesso oggetto di giudizi, condizionati, parlo ovviamente di una mia sensazione, da bigottismo. Dobbiamo lavorare ancora per bandirlo dalla nostra cultura.
“Perchè sei come sei e non sei come noi?……..E’ già difficile essere uguale a me, figuriamoci essere uguale agli altri.”
Desiati racconta la storia di due ragazzi che cercano se stessi, anche nel sesso.
Il personaggio di Francesco, io narrante, l’ho capito e apprezzato poco. Forse la terza persona lo avrebbe reso più interessante, o è semplicemente lui a rendersi poco interessante, cercando se stesso attraverso un’altra persona.
“Claudia non avevi sbagliato niente proprio perchè avevi sbagliato tutto, avevi fallito sempre e le volte che ti avevo seguito erano state le uniche in cui ero stato davvero felice.”
La storia di Claudia e Francesco mi ha lasciato una lezione importante. Si tratta della conferma di una mia congettura, abbastanza radicata da poterla definire convinzione: è vero che chi cerca trova, ma è anche vero che chi troppo vuole nulla stringe.