Due anime in continua ricerca, due viaggi che superano i confini dello spazio e del tempo, due diversi impianti narrativi che il lettore può scegliere in piena libertà. Alex Landragin, al suo esordio letterario, è riuscito a sorprendere il pubblico attraverso un romanzo originale e innovativo. Pubblicato per la prima volta nel 2019, “Storia di due anime” è arrivato in Italia l’anno seguente, grazie all’interesse della casa editrice Nord. La traduzione è di Claudine Turla e la copertina, illustrata da Giuseppe Quattrocchi, è a dir poco meravigliosa, capace di ipnotizzare e catturare ogni lettore.
Trama di Storia di due anime
Alex Landragin è un rilegatore di Parigi a cui viene affidato un compito importante: rilegare un manoscritto di inestimabile valore, affidatogli da un’enigmatica baronessa. Nessun limite di tempo, né di denaro. Un’unica condizione: non leggerlo per nessun motivo!
Quando la baronessa muore improvvisamente in circostanze misteriose, Alex attende istruzioni su come comportarsi, ma dopo diversi mesi, sentendosi ormai proprietario dell’opera, rompe il patto e inizia la lettura.
“Non ho scritto questo libro. L’ho rubato.”
Il manoscritto è formato da tre racconti: “L’educazione di un mostro”, un inedito di Charles Baudelaire; “La città fantasma”, un noir attribuito a Walter Benjamin e infine “I racconti dell’albatro”, l’autobiografia surreale di Alula, una fanciulla nata in un’isola del Pacifico, custode di atavici segreti sulla trasmigrazione delle anime in vita.
Esaminandolo attentamente, Alex e la moglie scoprono che esiste anche una sequenza di pagine alternative, indicata come “le sequenza della Baronessa” e una volta riletto in quel modo, il libro appare come un vero e proprio romanzo!
A questo punto il lettore potrà scegliere liberamente la modalità di lettura che preferisce ed entrare così in un mondo surreale, ricco di fascino.
Personalmente ho scelto di seguire la sequenza della Baronessa e sono stata totalmente rapita da questa “storia di due anime”!
“Il mio nome è Alula. Io sono colei che ricorda. Il tuo nome è Koahu. Tu sei colui che dimentica.”
Tutto ha inizio da un grande amore, da una ricerca che supera ogni confine spazio-temporale e che porterà a un appassionante intrigo internazionale.
Recensione
Fin dove si possono spingere i limiti del processo narrativo e della fantasia umana? Nel corso del Novecento sono iniziate innumerevoli sperimentazioni, da Calvino alle avanguardie, da Cortazar fino ad arrivare agli allegri librigame degli anni Novanta, il tutto per scardinare la tradizione letteraria e tentare di andare oltre il possibile.
Non è facile inquadrare “Storia di un anima” in un unico genere narrativo.
Alex Landragin, nella cornice appositamente creata, dichiara che esistono almeno sette possibili interpretazioni dell’opera. Il romanzo può essere inquadrato come un fantasy, un enigma intricato, un falso, un’opera nata da allucinazioni di un uomo in precario stato di salute, un’allegoria, un misterioso messaggio in codice o un memoir.
Se si sceglie di seguire il regolare ordine delle pagine, davanti a noi si presenteranno i tre racconti, tutti narrati in prima persona. I racconti sono legati inizialmente alla figura di Charles Baudelaire e al suo manoscritto inedito. L’ultimo sembra appartenere a un’altra storia, lontana nello spazio e nel tempo. In apparenza è una storia d’amore con elementi fantastici, incentrata sulla capacità dell’anima di migrare da un corpo all’altro, di superare ogni ostacolo per ritrovare la sua metà.
Scegliendo, invece, la sequenza della Baronessa, la storia inizia in un’isola tropicale incontaminata e mescola amore e magia.
Un viaggio tra realtà e finzione
Il romanzo si trasforma in un viaggio attraverso i continenti e la storia, dai viaggi delle navi mercantili tra fine Settecento e inizi Ottocento, fino al 1940; dalle isole del Pacifico, alle piantagioni della Louisiana, fino al centro nevralgico del racconto, Parigi.
Un viaggio tra realtà e finzione, tra arte e poesia, che mi ha permesso anche di ritrovare sentimenti antichi, che provavo in giovane età per le poesie di Charles Baudelaire, prima fra tutte “L’albatro”.
L’effetto è quello di essere completamente stregati dalla lettura.
Mi rendo conto che non è facile parlare di questo libro senza incorrere in pericolosi spoiler! Talvolta si presenta come una matassa difficile da dipanare, occorre concentrazione per inquadrare luoghi e personaggi sempre nuovi. Procedendo con la sequenza alternativa, può capitare di non riuscire a tornare indietro o di non intravedere la fine. Neppure a fine lettura. Come se la leggenda dell’albatro, da cui tutto ha avuto origine, avesse vita propria e potesse continuare ancora. E ancora. E ancora.