“The ecstatic” di Victor LaValle è un’interessante dramma psicologico, e una parabola sul pericolo del non cercare un trattamento per i propri disturbi mentali e ripiegare invece su facili “soluzioni” (dieta, sesso, religione ecc.). LaValle non si fa problemi a mostrare il dolore e la devastazione inflitti ai propri cari da persone che non vogliono accettare di aver bisogno di aiuto. Il romanzo è un “libro da leggere in lingua originale prima di subito”: è stato pubblicato nel 2003 ma non è mai stato tradotto in Italiano.
Trama di The Ecstatic
Anthony James pesa 143 chili, è probabilmente schizofrenico, ed è stato appena cacciato dal college. Viene salvato da sua madre, sua sorella e sua nonna, ma anche loro potrebbero non essere del tutto sane di mente. Vivendo nel seminterrato della loro casa nel Queens, a New York, Anthony è armato di nient’altro che di sarcasmo e di qualche completo elegante. Intende fare film dell’orrore, ma prende i lavori che riesce a gestire, pulire case e fabbriche, e continua a incrociare la strada con un prigioniero politico giapponese, un misterioso strozzino di nome Ishkabibble, e branchi di cani selvatici.
Quando l’invincibile sorella tredicenne entra in un altro concorso di bellezza – questo per le vergini – l’infiammabile famiglia James si ammucchia nella loro auto e si dirige verso sud per la competizione. La famiglia di Anthony rimarrà unita o esploderà?
Recensione
Di sicuro è stata una lettura interessante. Ammetto di essermi sentita confusa all’inizio, poiché, avendo già letto altri romanzi di Victor LaValle (per esempio “Favola di New York”), mi aspettavo di trovare molti più elementi sovrannaturali.
L’autore fa un uso magistrale del “narratore inaffidabile” e riesce a far apprezzare il protagonista senza però giustificare mai le sue azioni. Dopo così tanti anni a convivere con la schizofrenia senza mai accettare un trattamento, la mente di Anthony è talmente distorta da non rendersi nemmeno conto delle conseguenze che le sue scelte hanno sulla vita degli altri. Giudica costantemente le persone intorno a sé senza riconoscere che fanno solo del loro meglio per sopravvivere, mentre lui si aspetta che la propria vita migliori da un giorno all’altro ma si rifiuta di fare il lavoro e gli sforzi necessari perché questo accada.
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