“Tua figlia Anita” è il romanzo di esordio di Paolo Massari, pubblicato da Nutrimenti a ottobre 2023. Si ringraziano la casa editrice e il Festival delle narrazioni “Squilibri” per la copia cartacea ricevuta in omaggio.
Trama di Tua figlia Anita
Il protagonista Giacomo Magri racconta della scomparsa di sua moglie Anita, portata via troppo presto e in troppo poco tempo da una malattia. Il percorso dei suoi pensieri si innesta tra il momento della sua morte e il proprio ritorno a casa, successivamente al funerale.
In questo lasso di tempo tornano ricordi, riflessioni, i punti salienti di vent’anni insieme. Si fanno lentamente strada l’impotenza e forse la rassegnazione. La rabbia è già venuta, la pietà anche. Resta, sottotraccia, la gratitudine per aver potuto dire addio.
Recensione
“Tua figlia Anita” è la metabolizzazione di una perdita, attraverso l’operazione più naturale che si possa immaginare: raccontarla a qualcuno. La scelta tecnica di un interlocutore sostiene l’intimità della conversazione, fa in modo che non sia un soliloquio e la rende semplice, profonda. In questo modo il lettore si può sentire diretto destinatario e mettersi in ascolto.
“Il tempo si porta dietro un po’ di noi anche quando non ci siamo più”
Mi è piaciuto molto lo stile di Paolo Massari. Pacato e lineare, umile, procede quasi ipnotico e noi ci ritroviamo a formulare i pensieri allo stesso ritmo.
I ricordi condivisi dal protagonista sono insieme crudi e tragicomici, disarmanti e colorati. Venti anni insieme cambiano di forma e di intensità, non sono mai dello stesso tono. Ci sono attacchi di colite e spesa insieme, lutti e pace, litigi e risate. Tutto andrà a finire nello stesso cassetto, cercando di non far sparire insieme alla persona cara anche la vita trascorsa insieme.
“Casa nostra, subito dopo che è morta, mi è sembrata indifferente. La luce si accende lo stesso, così come i fornelli. Niente dimostrerà di ribellarsi all’assenza, nemmeno le sue cose”
Il sentimento che prevale in “Tua figlia Anita” è l’istinto alla conservazione. Quando viene a mancare un corpo, il futuro va ricomposto sulla base di quello che resta. Mentre leggevo questo libro, ho ripensato spesso a un passaggio di “Albertine scomparsa” di Marcel Proust, in cui la voce narrante riflette su come si modifichi il tempo in questi casi. In sostanza è come se esso si riavvolgesse, e passato e avvenire andassero a coincidere: il futuro della persona che abbiamo perso non è altro che il suo passato, che noi riviviamo più e più volte. Anche in “Tua figlia Anita” noi conosciamo la protagonista attraverso le azioni già avvenute, mentre il tempo di tutti gli altri prosegue in avanti, “indifferente”. La metabolizzazione del lutto viene presentata con rassegnazione e lucidità, senza autocommiserazione.