“Tutto chiede salvezza” – Daniele Mencarelli


Voto: 5 stelle / 5

“Il bene più prezioso concesso a noi umani dopo la vita è la libertà.” Questa frase, letta in questi tempi oscuri e indecifrabili, pesa come un macigno. Il giovane Daniele perde la sua libertà per una settimana e con essa le sue certezze, i suoi affetti, tutto il suo mondo. Inizia così un viaggio fin nell’abisso più profondo, e porta con sé ansia di vivere, paura di impazzire, morte e rinascita. Il romanzo, dal forte impatto emotivo, è tra i finalisti alla LXXIV edizione del “Premio Strega” e ha vinto il Premio Strega Giovani 2020. Dello stesso autore abbiamo recensito anche “La casa degli sguardi” (Mondadori 2018)


Trama di Tutto chiede salvezza

tutto-chiede-salvezza-copertinaRoma, 1994. Tutta l’Italia aspetta i mondiali di calcio. Sui quotidiani campeggiano i nomi di Baggio, Signori e gli animi si riempiono di grandi speranze e sogni di gloria. Non è così per Daniele e per i suoi vent’anni fragili, incerti, opprimenti. Daniele non è dentro la vita, la osserva da fuori e cerca disperatamente un senso alle immagini che vede scorrere davanti a sé, senza poter trovare risposte alle sue infinite domande. L’ansia cresce e si trasforma in potenza distruttiva. E’ così che il ragazzo, in seguito ad un attacco di rabbia incontrollata e inspiegabile, viene sottoposto per una settimana ad un trattamento sanitario obbligatorio (TSO).

Solitudine, vuoto, indifferenza da parte del personale sanitario, uniti al caldo asfissiante e all’insonnia, costituiscono il triste scenario che scandirà le sue interminabili giornate.

Ma Daniele non è completamente solo. Ha accanto cinque compagni di sventura, ognuno con i suoi fantasmi visibili o invisibili, ognuno chiuso nel suo mondo, al confine tra ragione e follia: l’esuberante Gianluca, Mario il saggio, Giorgio, il gigante buono, Alessandro e il nulla che lo circonda, ed infine Madonnina e il suo grido disperato di aiuto che cade puntualmente nel vuoto. Tutti sulla stessa barca, in mezzo alla medesima tempesta, indifesi, esposti, schiacciati, condividono la stessa sorte, riescono a comprendersi oltre ogni analisi scientifica, oltre la razionalità, su un piano umano profondo e autentico.

Recensione

“Un uomo che contempla i limiti della propria esistenza può davvero definirsi malato? O è semplicemente vivo?” “Esiste una follia buona, costruttiva e una cattiva, distruttiva?”. Molteplici sono gli interrogativi che si pone Daniele, protagonista e narratore in prima persona, che, attraverso l’uso sapiente della parola misteriosa e imprevedibile, mette a nudo un frammento di vita vissuta svelandoci ansie, fragilità, debolezze. Attraverso la sua scrittura potente siamo trascinati con lui nell’abisso più scuro della malattia mentale per recuperare almeno in parte il suo lato più umano. Un’unica ossessione, un unico desiderio patologico: salvezza! “Dalla morte. Dal dolore. Salvezza per tutti i miei amori. Salvezza per il mondo.” In questo buio profondo che avvolge l’animo del giovane Daniele c’è però una piccola luce, il bisogno opprimente di salvezza trova la sua ancora. Una pagina bianca, una penna e un nuovo orizzonte, quello dell’immaginazione, e la poesia diventa sua compagna di vita, unico pharmakon salvifico capace di tramutare il dolore in vita.

“Io ho creduto a tutto, poi ho rinnegato. Mi sono ferito con tutta la vita che potevo, per giungere qui, ora con una sola certezza da difendere. Tutto quello che ho vissuto, tanto o poco che sia, non è la preda che cerco.”

Il romanzo è suddiviso in sette capitoli, che corrispondono ai sette giorni di trattamento sanitario obbligatorio (TSO) a cui Daniele è sottoposto. Giorni interminabili, sempre uguali a se stessi. L’azione è ridotta al minimo, scandita solo dall’alternarsi sonno /veglia. Non un tocco di colore, non una tenue sfumatura, solo un continuo chiaro/scuro, sprazzi di luce e ombre, come emerge dalle tonalità di colori della copertina. È la realtà quella che ci viene presentata, in tutte le sue forme, dalla freschezza delle inflessioni dialettali romanesche presenti nei dialoghi, a quelle più inquietanti di un animo tormentato, ma comunque vivo e pulsante.

Ringraziamo la casa editrice Mondadori per la copia omaggio.

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