Questa potrebbe essere la frase che meglio presenta Wislawa Szymborska, la più importante poetessa e scrittrice polacca.
Preferisco il ridicolo di scrivere poesie al ridicolo di non scriverne.
Wislawa Szymborska: biografia
Cracovia è la cittá in cui Wislawa muove i primi passi nel mondo dell´arte: sono gli anni della guerra e per completare i suoi studi e conseguire il diploma è costretta a frequentare clandestinamente dei corsi. Sempre a Cracovia si iscrive all´Universitá ma non riesce a completare gli studi a causa delle ristrettezze economiche in cui si trova la famiglia.
E´in questo periodo che inizia a lavorare e si avvicina alla scrittura, pubblicando le sue prime poesie in alcune riviste letterarie del tempo.
Siamo negli anni quaranta e alcune delle sue pubblicazioni vengono censurate per motivi politici, perché non si attengono agli ideali del regime presente in quegli anni in Polonia.
Negli anni successivi la poetessa mantiene vivo il suo impegno politico, dapprima schierandosi con i dissidenti poi, negli anni ottanta, nel sindacato clandestino Solidarnosc.
E attiva è la sua partecipazione alla vita culturale del suo paese, con la fondazione di molte associazioni letterarie.
Nel 1996, Wislawa Szymbrorska viene insignita del premio Nobel per la letteratura, motivando l’assegnazione del premio “per una poesia che, con ironica precisione, permette al contesto storico e biologico di venire alla luce in frammenti d’umana realtà”.
Cenni alla poetica della poetessa
E l´ironia e l´arguzia sono i filtri che la poetessa usa per riflettere sulla sua contemporaneità, sia per quello che riguarda la condizione dell´essere umano, sia per quello che riguarda le meraviglie del creato che osserva e descrive sempre con immutato stupore, abbracciando tutto l´umano.
Possiamo trovare i sentimenti : “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore.” è forse uno dei suoi versi d’amore più belli e profondi.
Possiamo guardare il mondo da un´altra angolazione, vedendolo con gli occhi delle cose più semplici e a volte dimenticate come un granello di sabbia.
“Lo chiamiamo granello di sabbia.
Ma lui non chiama se stesso né granello, né sabbia.”
Possiamo riflettere insieme a lei sulla condizione umana che forse, nonostante il passare del tempo e delle ere, rimane immutata:
«Nulla è cambiato.
Il corpo trema, come tremava
prima e dopo la fondazione di Roma,
nel ventesimo secolo prima e dopo Cristo,
le torture c’erano, e ci sono, solo la terra è più piccola
e qualunque cosa accada, è come dietro la porta»
E leggendo le sue poesie, la cosa che colpisce è sempre l´incredulitá e lo stupore con cui i suoi occhi guardano l´esistenza e le sue mille sfaccettature e il suo bisogno continuo di porsi domande , anche senza trovare a volte una risposta.
E riflettendo sul significato della poesia ha scritto forse i suoi versi più belli, che esprimono davvero la gioia di scrivere, come il titolo di una delle sue raccolte.
La poesia –
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
Come alla salvezza di un corrimano.
Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.
Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.