“Agatha Raisin e la sorgente della morte” – M. C. Beaton


Voto: / 5

“Agatha Raisin e la sorgente della morte” è il settimo libro dell’irriverente saga ideata da M. C. Beaton, scritto nel 1998, composto da 226 pagine e appartenente ai generi narrativa e mistery. Trovate anche la recensione di Agatha Raisin e la turista terribile e Agatha Raisin e il mago di Evesham (rispettivamente sesto e ottavo libro).


Trama di Agatha Raisin e la sorgente della morte

copertina Agatha Raisin e la sorgente della morteAgatha, tornata alla sua routine nei Costwolds, tenta di reprimere l’amore per il suo vicino di casa che sa solo mostrarle freddezza. Durente una riunione delle Dame di Carsely, di cui lei fa parte, si parla di una sorgente della vicina Ancombe, che una società di acqua vuole imbottigliare e rivendere, ma per farlo hanno bisogno del consenso del paese, i cui consiglieri sono divisi a metà.

La sera, tornata a casa, viene contatta dal suo vecchio collega Roy, che le propone di lavorare per la società di acqua che voleva acquistare i diritti sulla sorgente di cui si stava parlando nel pomeriggio, che sembrerebbe avere dei benefici particolari, ma lei rifiuta.

Viene successivamente raggiunta a casa da una donna del posto che le chiede di andarle a prendere una bottiglia di quell’acqua in quanto è più buona per preparare il the; anche se di malavoglia, decide di andare, ma arrivata alla sorgente trova, ai suoi piedi, un cadavere, che si scopre essere uno dei consiglieri, l’unico il cui parere riguardo la sorgente mancava e che sarebbe stato decisivo. Chi l’ha ucciso, uno dei consiglieri che aveva scoperto il voto? Agatha decide di rimettersi a investigare, sperando che questo possa farla riavvicinare a James.

 

Recensione

Per quanto la scrittrice sia brava, il personaggio divertente, il finale insospettato in quanto non avrei mai pensato che potesse essere proprio quella persona il colpevole, onestamente questo libro l’ho trovato un po’ più pesantuccio rispetto agli altri. Agatha è un personaggio che si lascia molto prendere dagli eventi e si aggrappa ad ogni persona che gli dà un minimo di attenzione – anche se fino ad ora non me ne ero resa conto – ma nello stesso tempo ha timore di ciò che può pensare la gente di lei e delle sue frequentazioni. Inizia una relazione senza sapere neanche lei perché effettivamente l’ha fatto, poi se ne pente, poi ci ricade.

 

ATTENZIONE SPOILER!!!

L’unica volta in cui l’ho vista un po’ più decisa è stato verso la fine del libro, quando disdice l’appuntamento con James perché dopo riceve un invito da sir Charles, il baronetto con cui aveva avuto una mezza relazione nel libro precedente. Un vero peccato, perché James aveva finalmente deciso di rivelarle i suoi sentimenti per tornare insieme e lasciare da parte i loro litigi ma, quando si apposta alla finestra per vedere con chi Agatha lui avesse un appuntamento, pensa :

“Ma Agatha non lo meritava, se ne andava in giro a civettare come una vera zoccola! Il fatto che Agatha Raisin non possedesse doti telepatiche non gli sfiorò neppure il cervello.”

Più che di doti telepatiche, secondo me si tratta alla fine di un briciolo di orgoglio e amor proprio, in quanto tutto il sentimento che lei aveva per lui l’avesse esso stesso fatto sparire con la sua freddezza e distanza.

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