“Borgo Sud” – Donatella Di Pietrantonio


Voto: 5 stelle / 5

In “Borgo Sud”, finalista al premio Strega e pubblicato da Einaudi nel novembre 2020, Donatella di Pietrantonio ha voluto dare una continuazione a “L’arminuta“, Premio Campiello 2017. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Bella mia“, “Mia madre è un fiume“.

Trama di Borgo Sud

L’arminuta, cioè la ragazza spodestata di certezze e di un’identità che è “rientrata” nella famiglia biologica, in questo libro è cresciuta, ha acquisito saggezza ed equilibrio.

Doti, queste, che non non sono la caratteristica della sorella, Adriana, un’anima ferita, intrappolata in un modello di comportamento che avrà le sue conseguenze, la vera protagonista di Borgo Sud. E’ un legame fortissimo e squilibrato quello tra le due donne.

“Da ragazzine eravamo inseparabili, poi abbiamo imparato a perderci”.

Quando, ad un certo punto, Adriana ritorna in modo inatteso nella vita della sorella, ha con sé un figlio di cui nessuno in famiglia conosce l’esistenza. E’ un irrompere che sfalda, reca problemi di vario tipo, scuote la narratrice che, nel frattempo, sta assistendo quasi impassibile al vacillare del suo matrimonio.

“Tutto un passato mi ha richiamato indietro, come una molla che si allenta e torna alla posizione di partenza”.

Anni dopo – la storia si basa su un continuo spostamento temporale – la narratrice, insegnante a Grenoble, viene chiamata a rientrare tempestivamente a Borgo sud. Lì, dove tutte le storie sono iniziate, è successo qualcosa di grave.

Recensione

Ho letto “Borgo sud” dopo aver amato in modo smisurato l’Arminuta. Preciso che ero stata avvertita da chi l’aveva letto che questo libro “non era come il primo“. Sappiamo bene quanto risulti pericoloso avventurarsi nel domani di una storia già completa, che abbia avuto successo. Ebbene, io ho apprezzato “Borgo sud”: fra queste pagine mi sono commossa. Di nuovo.

Convengo sul fatto che il continuo andare avanti senza cronologia ed anche senza connettivi temporali che aiutino il lettore ad inoltrarsi in tempi diversi può creare scompiglio.
Però, personalmente, ho ritrovato la padronanza letteraria di una scrittrice che sa suscitare emozioni immediate esplorando le ossessioni umane, anche negli aspetti più intimi, dando rilievo alla capacità spiazzante di perdonare.

L’autrice ha saputo dare voce al dolore, all’alternarsi di gioie e drammi che costellano la vita dei suoi personaggi.

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