“Corpi minori” – Jonathan Bazzi


Voto: 5 stelle / 5

“Corpi minori” è il secondo libro di Jonathan Bazzi, pubblicato da Mondadori a febbraio 2022. Rispetto a “Febbre”, la sua prima prova, troviamo un salto di qualità in termini di scrittura e argomenti. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Trama di Corpi minori

Com’è la fine di un amore? Ed è vero che, nel momento in cui hai dubbi, non sei più innamorato? L’io narrante si autocostituisce e racconta gli errori, le fragilità e l’opportunismo che hanno guidato le sue scelte da ventenne; la gelosia e la possessività; i giochi di equilibrismo che a volte la vita di coppia richiede.

“Quando ti innamori ti si centuplicano le forze e insieme rischi il collasso, hai dei giri armonici bellissimi installati nella camera timpanica: bellissimi e poi, a tratti, angoscianti, quando finisci assediato dalla paura di dire la cosa sbagliata, oppure ti convinci di aver colto in un gesto, in un suo movimento inatteso, il segno irrimediabile del ripensamento. Bellissimi e poi, a tratti, abrasivi, contundenti: perché innamorarsi significa in ogni caso spaccare il guscio, lasciare la polpa esposta, offrirla, come la carne di Prometeo.”

Il protagonista parla principalmente di due storie d’amore: una in cui si fa mantenere e una in cui chi mantiene l’altro è lui. Nemesi inevitabile.

Come si fa a far durare una relazione?

Recensione

Ho trovato in “Corpi minori” un ulteriore salto di qualità nella scrittura di Jonathan Bazzi e una maggiore universalità nel tema. Il primo romanzo mi aveva un po’ inibita perché non mi aspettavo l’esplicazione, a volte molto forte, dell’omosessualità maschile.

In questo secondo troviamo, però, un innalzamento nei sentimenti nonostante il titolo rimandi alla fisicità.

Cosa succede ai personaggi di “Corpi minori”? Si cercano, si accostano e si separano come obbedendo alle leggi della fisica.

La variabile del sentimento – per eccesso o per difetto – si rivela però una forte interferenza.

È come se loro volessero (o si illudessero di) essere solo corpi ma, siccome i nodi vengono sempre al pettine, si scontrassero continuamente con la necessità di un legame spirituale, inestirpabile.

Storia vera, autofiction, autobiografia? Ma è davvero importante, saperlo?

“(…) ciò che mi accade non accade davvero a me, non mi è davvero accaduto, mi si dà già come un fatto esterno, un esproprio, tutti noi spettatori della nostra stessa vita. Prima persona, seconda, terza – rifiuto il dogma dell’individuazione. Chiarisco, vorrei chiarire: io non sono questi fatti, insignificanti, scioccanti, pregni di valenza politiche o ombelicali, non coincido con questi eventi narrati. Io sono, noi tutti siamo quel punto neutro, inqualificato che osserva, ha sempre osservato, il trasparente occhio interiore a cui la nostra stessa esistenza è data in formato di scena – lì siamo, solo lì ci potete trovare”

Questo libro è pieno di graffi e io l’ho riempito di piegature. Uno dei pregi maggiori, per me, è che si stacca dalle differenze di genere e assume una portata universale, scavando nelle domande che ognuno di noi si è fatto almeno una volta nella vita, rivelando anche una certa propensione al masochismo, alla voglia di punirsi che appartiene a tutti. Consigliato!

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