“Diari 1915-1919” – Virginia Woolf


Voto: 4 stelle / 5

A maggio 2022 la casa editrice Bompiani ha pubblicato il primo volume dei Diari di Virginia Woolf, nella traduzione di Giovanna Granato. Si tratta dei diari personali della scrittrice inglese che vanno dal 1915 al 1919. Ringraziamo la casa editrice per la copia cartacea inviata in omaggio. Nel mese settembre arriva in libreria il secondo volume (1920-24)!

Trama dei Diari 1915-1919

Come gestisce una scrittrice il tempo per le parole dedicate a sé stessa? Nei “Diari” vediamo una donna che ama stare in mezzo alle persone, un’osservatrice profonda che già scrive tantissime lettere, già trasforma i suoi pensieri nella narrativa e che è già impegnatissima nella produzione di recensioni a pagamento per i giornali. Quali parole possono ancora restare?

Virginia Woolf inizia i suoi diari come un impegno che deve a sé stessa e vi riversa un po’ di tutto: dagli appunti casalinghi alle aspettative verso il nuovo libro, “Night and Day”.

Recensione

È il 1915 e Virginia Woolf decide di tenere un diario. Uno si aspetterebbe un accesso privilegiato ai suoi segreti, alla sua malattia mentale, perciò appare incredibile come la vita di una donna così complessa si presenti nella sua ordinarietà. I primi mesi di diario sono perlopiù appunti personali su dinamiche e accadimenti che si vogliono ricordare; troviamo registrati quanto tempo dura la terapia contro un callo e anche l’incontro con un bruco come unico evento degno di nota di una giornata. Sbirciamo nella sua quiete casalinga, nei fastidi di salute del marito, nelle scaramucce con la servitù. Il diario assume una forma quasi epistolare, in cui la scrivente si giustifica per il tempo lasciato trascorrere tra una pagina e l’altra e promette di dedicare il tempo che merita, ogni giorno, a una data ora, con la genuinità tenera di una ragazzina. Non possiamo fare a meno di pensare: che vita da Marge Simpson, questa Virginia.

“(…) mi sono tanto vantata di questo diario & del fascino di compilarlo attingendo a una fonte inesauribile che mi vergogno di saltare dei giorni; eppure ribadisco che la sua unica speranza è dipendere dagli umori di chi lo scrive. Ottoline ne tiene uno, dedicato però alla sua “vita interiore”; e questo mi ha fatto pensare che io una vita interiore non ce l’ho”

Poi i coniugi Woolf acquistano una stampatrice, crescono le loro ambizioni letterarie e i loro contatti; arriva la prima guerra mondiale. Da qui in poi, i diari si fanno sempre più interessanti. Nonostante sia assorbita nel romanzo “Night and Day”, nell’impresa editoriale (per comporre una pagina ci vuole un pomeriggio!) e nelle recensioni di libri per i giornali del tempo, Virginia continua a ritagliarsi del tempo per il diario. Ma stavolta inizia a essere tempo per pensare, tempo per sé, per analizzare e registrare gli incontri e i dialoghi della giornata o della settimana. L’operazione che sta conducendo diventa sempre più esplicita e perciò coinvolgente: sta scrivendo per sé stessa, per la Virginia Woolf “da vecchia”. Sta scrivendo per rileggersi, per rivivere il passato. È la sua pensione mentale: sta mettendo da parte ricordi, per il futuro.

“Solitaria non è la parola giusta; mi sembra che la mia personalità riecheggi nel vuoto quando non c’è lui a contenere tutte le mie vibrazioni”

Virginia Woolf una di noi

Uno degli aspetti che mi ha deliziata di più è scoprire che Virginia Woolf, che aveva tutti gli interessi a sostenere il mercato editoriale tanto in qualità di autrice che di editrice, ne era una pessima alimentatrice. Lettrice forsennata come me, come me comprava pochissimi libri nuovi: la maggior parte le arrivavano in omaggio da recensire, mentre gli altri li comprava prevalentemente usati o li prendeva in prestito alla London Library. Tra le sue letture italiane spicca Leopardi; tra le classiche troviamo Jane Austen, George Eliot e Thomas Eliot. E nei diari si lascia andare a commenti a volte velenosi sugli scrittori che attendono da lei queste recensioni, e su come il tempo dedicato a prepararle le togliesse tempo per i suoi romanzi.

“Difficile credere come perfino uno sciovinista possa ormai credere che la guerra porti qualcosa di buono, o credere a un ideale o a qualsiasi cosa (…) intrapresa di concerto da compagini di esseri umani”

Leggere i “Diari” di Virginia Woolf permette di avere accesso al suo mondo e alle sue confidenze. Lo consiglio ai suoi fan e a chi ha letto almeno un suo libro.

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