“Il caso Courrier”, di Marta Morazzoni, è stato pubblicato da Longanesi nel 1997 e dal 2005 da Guanda editore. Nel 1997 ha vinto il premio Campiello. Della stessa autrice abbiamo recensito anche “Il rovescio dell’abito“.
Trama de Il caso Courrier
Siamo nel 1900; in un paesino della regione francese dell’Alvernia, Alphonse Courrier apre un negozio dei ferramenta. Persona rispettabilissima, ha improntato la vita al massimo controllo.
Aveva una certa signorilità che non diresti di uno di paese. Faceva il suo mestiere con una abilità senza uguali. L’abilità stava nel dare a vedere che di vendere non gli importasse, e che meno di niente lo commuovesse il denaro; non lo contava mai davanti a i clienti, però si capiva che avere in bottega tutto quel che gli si potesse chiedere era la sua soddisfazione.
Anche un buon matrimonio per Alphonse è cosa seria. Il matrimonio è un fatto estetico, una cosa che deve ottenere il tacito consenso del paese. Nella scelta della persona che vivrà al suo fianco, la gente dovrà riconoscere l’uomo che ha fatto un affare. Di certo non può essere una questione d’amore: l’intesa di due corpi non ha nulla a che vedere con lo stato famiglia. La passione si può cercare, e trovare, in altri modi e con qualcun’altra. Persino la vicina di casa, la scialba Germaine, subisce il fascino dell’uomo, anche se potrà nutrire solo infruttuose speranze.
Forse solo con l’amico, il veterinario del paese, Alphonse riuscirà a far combaciare la vita ufficiale con quella più intima, lasciandosi andare a confidenze.
Eppure, un giorno di dicembre del 1917, facendo un consuntivo e convenendo che tutto è andato secondo i piani – nemmeno la guerra ha intaccato la sua normalità -Alphonse Courrier che non ha mai sorpreso nessuno, riesce a sconvolgere tutti.
Recensione
Dopo aver letto, della stessa autrice, “Il rovescio dell’abito”, ho voluto riprendere “Il caso Courrier”, che mi aveva affascinato già parecchi anni or sono. Capita a volte che la rilettura di un libro non dia le stesse buone sensazioni della prima volta. Ebbene no, la scrittura di Marta Morazzoni, sobria ed accurata, inconfondibile e mai scontata, è riuscita a catturarmi di nuovo.
Potrebbe sembrare il titolo di un poliziesco, invece si tratta di un bel libro di narrativa dove il filo teso però esiste. I personaggi balzano con caratteri ben definiti – ci sembra di vederli, di conoscerli da tempo – ma non riusciamo ad anticiparne parole o azioni perché sanno sorprenderci continuamente. Un libro da leggere.