
E’ un poliziesco ingegnoso ambientato tra le luci e le ombre del frastagliato settore editoriale, dove è in atto una guerra per accaparrarsi un manoscritto, il romanzo a firma Maurizio Persiani dal titolo “Il caso NN” (NeP edizioni 2022, 232 p.). Ringraziamo la casa editrice per l’omaggio cartaceo.
Di Maurizio Persiani abbiamo recensito “Una notte di primavera” e “Il bandolo della matassa”.
Trama de Il caso NN
Il commissario Fosco Reggiani non crede alle sue orecchie quando Alfio Bronte, sedicente scrittore, si presenta alla Polizia di Forte dei Marmi per rilasciare una dichiarazione spontanea dal sapore di un mea culpa. E il Reggiani ne ha di esperienza. Di cosa si tratta? Dopo essere venuto a conoscenza dell’omicidio del suo editore Lanfranco Cannelli e nel timore che gli inquirenti avrebbero subito sospettato di lui, il Bronte dichiara di aver sentito l’urgenza di esporre gli avvenimenti che, a suo dire, avrebbero compromesso i rapporti con l’uomo che anni addietro lo ha lanciato come giallista e che ora è stato ucciso. Parte da lontano per raccontare una favola senza lieto fine, la sua, dove si intrecciano due storie. Quella di un esordiente che a fatica trova un editore disposto a scommettere su di lui. Quella di uno stampatore lungimirante, perché agli albori della rivoluzione digitale fiuta le potenzialità di un mercato in espansione: offrire la stampa “gratuita” di libri respinti dall’editoria. Poi le incomprensioni fino all’interruzione rancorosa dopo un sodalizio ventennale. L’intenzione sembra quella di giocare d’anticipo con gli inquirenti, facendo leva sui numerosi nemici collezionati dal Cannelli.
PROVERBI
“La prima gallina che canta ha fatto l’uovo”, pensa il Reggiani sempre più diffidente e sospettoso. Ma quando gli mostra la foto della vittima al momento del ritrovamento, ecco il primo dei numerosi coup de théâtre che costellano la trama. Perché se lo scrittore impallidisce sconvolto, non è per i particolari raccapriccianti del cadavere riverso a terra.
Da questo incontro che solleva più domande che risposte si dipana un intreccio complicatissimo che fa capo a un manoscritto dal contenuto esplosivo. Alcuni editori sembrano disposti a tutto pur di averlo, ma c’è chi trama per impedirne la pubblicazione. Qual è il segreto di tanto appeal commerciale? Chi è il grande burattinaio di una catena di fatti criminosi? A fare da sfondo il settore della microeditoria presentato senza sconti:
“Comincio a credere che abbiamo a che fare con strani soggetti, con persone che hanno perso il senso comune e vivono in un mondo tutto loro, dove maturano invidie, odi rancori mortali, perché ognuno si ritiene più geniale degli altri, crede di aver scritto il capolavoro del secolo e pretende il plauso, il rispetto, il riconoscimento da parte degli editori, anche loro immersi nello stesso brodo virale“
E mentre il commissario cerca il bandolo della matassa, la stampa locale non perde occasione per screditare l’attività degli inquirenti. Ancora una volta la collaborazione con il capitano dell’Arma Carlo Bergamo permette la risoluzione di un disegno complesso a scatole cinesi. Mai come in questo caso vale il detto “Gli amici si vedono nel momento del bisogno” e soprattutto del pericolo.
RECENSIONE
Il cast fidelizzato si avvale di una new entry, il giovane agente Russo che ha spirito di iniziativa da vendere, un fuoriclasse nelle missioni in incognito. Quanto al duo Reggiani – Bergamo l’autore si diverte a giocare sulla presunta concorrenza tra Polizia e Carabinieri. In questa avventura il commissario sfoggia al suo fianco una donna affascinante, ma anche il suo amico ha i suoi intrallazzi sentimentali. Altre figure, attori secondari e comparse coprono una variegata umanità fatta di slanci generosi, invidie, meschinità, debolezze. C’è la vicina di casa impicciona, una prostituta di regale bellezza, una ragazza disinibita, un magistrato appassionato di horror dall’ego ipertrofico, informatori, ladruncoli, malviventi, pesci piccoli e grossi. E il sottobosco dell’editoria dove tanti scrittori continuano frustrati ad arrangiarsi, una volta finito il loro momento di celebrità. Come l’ambiguo Alfio Bronte che dà il la a questo avvincente poliziesco.