“Il dio del massacro” – Yasmina Reza


Voto: 5 stelle / 5

“Il dio del massacro” (Adelphi 2011) è un’opera teatrale, breve, concisa e pregna di significato, che illustra in modo chiaro il graduale mutare dell’atteggiamento civile dell’essere umano nella direzione della ‘belva interiore’ che lo domina, nelle più svariate, ed apparentemente facili, situazioni. Questo ci descrive in maniera perfetta l’autrice, Yasmina Reza, drammaturga e scrittrice francese, figlia di padre iraniano e madre ungherese: fantastico melting pot. Di questa autrice abbiamo recensito anche “Felici i felici“.

Trama de Il dio del massacro

Un detto Cheyenne  recita:  ‘Ovunque e sempre, l’ombra che ci trotterella dietro va indubbiamente a quattro zampe’.

Nel salotto di un appartamento, quattro genitori, i signori Houllè ed i signori Reille, si ritrovano per affrontare le conseguenze di una lite scoppiata tra i loro figli. Uno ha picchiato l’atro, ed è questo atteggiamento riprovevole che ha portato a confronto le due ben educate famiglie borghesi. Ed è sempre in questo salotto che i comportamenti dei protagonisti iniziano a snaturarsi, partendo da una parsimoniosa chiacchiera davanti ad un caffè con clafoutis fatto in casa per arrivare ad una esasperata conclusione, fatta di rinfacci, Rum e conati di vomito.

Recensione

Giusto, temperato, civile e socialmente corretto, nonché riconosciuto: è tutto ciò che si sgretola man mano che si sfogliano queste splendide pagine. Yasmina Reza racconta l’essere umano in maniera magistrale. Rivela in quale modo cadono le maschere del nostro vivere evoluto, mostrando la verità della natura umana. Partendo da un fatto ben definito, cioè la lite di due ragazzini, vengono descritte le caratteristiche basilari dei protagonisti: egoisti ed egocentrici gli uni, superbe e nauseate le altre.
La snaturalizzazione crescente dell’essere è racchiuso emblematicamente in tante battute:  

VERONIQUE: Comportarsi in modo civile non serve a niente. La buona creanza è un’idiozia che ci rammollisce e ci rende deboli.
MICHEL: […]mia moglie mi ha camuffato da uomo politicamente corretto, ma la verità è che sono del tutto privo di autocontrollo, sono uno che va fuori di testa.

Nonostante si possa condividere a pieno l’idea che l’autrice ha della natura umana, è comprensibile che il vivere civile tipico dell’homo sapiens sia appoggiato dai più, ma è consigliata vivamente la lettura di questo piccolo gioiello, superando il limite della decenza e riconoscendo che l’aggressività possa essere una tipicità. Consigliatissima anche la visione della sua trasposizione cinematografica: il film ‘Carnage’ di Roman Polanski.

Lucia Di Giangregorio

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