“Il mare dove non si tocca” – Fabio Genovesi


Voto: 4,5 stelle / 5

Voglio parlarvi di questo autore dolcissimo e disarmante che è Fabio Genovesi. Con “Il mare dove non si tocca” (Mondadori 2017) narra una storia che è un po’ autofiction, un po’ autobiografia, un po’ non si sa. Lui però all’inizio lo spiega chiaro:

“Alcune (poche) cose qua dentro me le sono inventate, ma sono le più credibili”.

Ho letto questo libro perché scelto dal gruppo di lettura “Sulla traccia di Angela” della biblioteca “Di Giampaolo” di Pescara per il mese di febbraio.

Di Fabio Genovesi abbiamo recensito anche “Cadrò, sognando di volare”.

Trama de Il mare dove non si tocca

Il protagonista de “Il mare dove non si tocca”, Fabio, racconta alcuni episodi della sua infanzia. Conosciamo i famigliari per parte di madre, una squadra di zii dai nomi improponibili e dalle doti non proprio montessoriane.

Veniamo messi a parte di alcuni momenti molto importanti vissuti con il padre, come quello in cui il piccolo Fabio ha imparato a nuotare venendo semplicemente buttato in mare, al largo. E ci commuoviamo quando l’infanzia di questo bambino dolcissimo e ingenuo viene offuscata da una tragedia famigliare.

Ma il bello dei bambini è che continuano a sperare, incrollabili.

Recensione

Sfrontato e spiazzante, il narratore assume tutti i privilegi dello sguardo del bambino e li unisce alla lucidità dell’adulto intenerito. Ci racconta un contesto tragicomico e incredibile, in cui alcuni personaggi fanno il meglio che possono con i pochi strumenti culturali che hanno, ma che si rivelano più intellettualmente onesti di altri personaggi più complessi.

“(…) e questo è strano e mica tanto incoraggiante, che nella vita devi sempre scegliere tra una cosa vera e una cosa bella, e non sono mai la stessa.”

Al centro della storia spicca Fabio con la sua bellezza interiore, i suoi sogni e la sua fantasia. Quanto è difficile per un bambino dare alla realtà nomi appropriati, adeguarla alle sue aspettative, alla sua comprensione? Noi forse ce lo dimentichiamo.

“(…) le risposte alle domande importanti hanno questo grande difetto, che non puoi dartele da te come ti piacciono: puoi solo stare ad ascoltare e prepararti a starci male.”

Mentre Fabio scopre l’amore e la sessualità e comincia a interrogarsi sulle dinamiche del mondo, un incidente contamina la sua normalità e lo costringe a vivere aggrappato a un desiderio, una speranza. E a scoprire il potere salvifico della parola.

“Le storie sono come il dinosauro invincibile che stavo disegnando quella mattina a scuola (…): le storie vengono da lontano, ma respirano sott’acqua e hanno ali giganti per raggiungerti dovunque”

Quella de “Il mare dove non si tocca” si dimostra una storia dal finale dolceamaro, che commuove quando tutti i tasselli trovano il loro posto e comprendiamo tutte le scelte narrative dell’autore, anche quelle che ci erano sembrate dispersive o poco influenti.

Consigliato!

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