“Infanzia” è la prima traduzione italiana della trilogia autobiografica “Copenaghen” della poetessa e scrittrice danese Tove Ditlevsen, nata nel 1918 e scomparsa nel 1976. È stata riscoperta dall’Europa in occasione di traduzioni postume e pubblicata in Italia da Fazi a marzo 2022.
Trama di Infanzia
L’infanzia dell’autrice è colma di un amore impaurito per sua madre, donna distante, a volte manesca, altre impaziente, e dal sogno di diventare una scrittrice.
“L’infanzia è lunga e stretta come una bara, e non si può uscirne da soli”
Questo primo volume, lungo appena un centinaio di pagine, racconta con scrittura intensa il contesto povero del quartiere e famigliare di una bimba dalla sensibilità profonda.
Recensione
“Infanzia” è stato il primo libro del 2023 che ho letto, scelto per il mese di gennaio insieme al gruppo di lettura “Sulla traccia di Angela” della biblioteca di Pescara “Di Giampaolo”.
Per le sue dimensioni sottili si fa sottovalutare: la lettura non scorre rapida, anzi fluisce cremosa, lenta e saporita. Nonostante si parli di miseria, violenza e patriarcato, guardare l’ambiente circostante e le altre persone con gli occhi di una bambina le permea di un alone di incanto, quasi di fiaba.
“Rifletto sul fatto che una volta la cosa più importante al mondo era se mia madre mi amasse o meno, ma quella bambina che bramava con tanta forza il suo affetto e continuava a cercarne i segni non esiste più. Ora penso che mia madre mi voglia bene, ma questo non mi rende felice”.
La madre di cui parla l’autrice non è ingombrante come il personaggio inventato in “L’acqua del lago non è mai dolce” o come l’esile figura anaffettiva e secca de “L’arminuta”. È una madre nervosa e temuta, presente eppure sempre distante; irraggiungibile e desiderata come quella di Proust, con tutta l’aura di desiderio che ne consegue.
Consigliato a chi ama il genere autobiografico.