Uscito nel 2019 e pubblicato da Rizzoli, “La memoria del cielo” è un libro autobiografico in cui l’autrice, Paola Mastrocola, ripercorre la sua infanzia a Torino, negli anni 50.
Di Paola Mastrocola abbiamo recensito “L’amore prima di noi” e “Leone“.
Trama de La memoria del cielo
Donata – il nome scelto per la protagonista – arriva quando sua madre e suo padre, emigrato a Torino dall’Abruzzo, hanno perso la speranza di avere figli. La bambina mostra un attaccamento morboso con la madre; sente l’incombenza, già da piccolissima, di farla stare bene, di proteggerla. Le giornate si svolgono in una metodica ripetitività: la mamma che cuce per le signore della borghesia torinese, il padre ragioniere alla Fiat, i problemi economici.
…ho passato l’infanzia chiusa in casa. Mia madre chiusa a lavorare, io chiusa perché sua figlia. Non m’importava di uscire ma mi piaceva quando lei usciva e mi portava con sé. Io non mi sentivo sfortunata, anzi mi sembrava una gran botta di fortuna stare chiusa in casa con lei. Avevo una spiccata preferenza per non mostrami e e vivere per conto mio. Invece lei voleva allargarmi gli orizzonti. Così mi sottopose a prove durissime. Mio padre fu lo strumento delle buone intenzioni: non potendo lei, era lui che mi faceva uscire.
Per Donata, uscire, stare con altri bambini non rappresenta la libertà, ma è una costrizione, soprattutto inadeguatezza e disagio. Preferisce i suoi soliloqui o ascoltare il triste racconto dell’infanzia di sua madre, evitare quel padre affettuoso e trascinante che ha cercato nella grande città il riscatto dalla povertà.
Recensione
Nella bolla protettiva della casa – grembo e rifugio – anche se il rapporto affettuoso con la mamma non manca di qualche momento di inaspettata crudezza, Donata si difende dal mondo esterno. Il suo riserbo la porta in modo puntiglioso a cercare la solitudine. Eppure è un continuo scappare e lo fa attraverso la fantasia, le emozioni affidate alla scrittura.
Vicino a lei le figure genitoriali, molto ben delineate, con le storie familiari che ognuna si porta appresso. Sono così diversi tra loro padre e madre, ma accomunati dall’aspirazione al possesso di una casa propria. Troviamo il ritratto di un’Italia che sogna e vuole migliorare economicamente, lasciarsi alle spalle gli anni di miseria. E c’è delicatezza nella narrazione dell’autrice adulta; le immagini, come dice lei, sono imprecise poiché dentro i nostri ricordi c’è solo ciò che noi stessi ci siamo raccontati. Rimane quello che è stato filtrato dalle nostre emozioni: il nostro sguardo è imparziale, mai neutro. Nel rintracciare il sé bambina, Paola Mastrocola rivive gli anni dell’infanzia senza severità di giudizio, ma anche senza compiacimento nostalgico.