“Le ombre degli uomini” – Abir Mukherjee


Voto: 5 stelle / 5

“Le ombre degli uomini” di Abir Mukherjee (SEM 2022, p.324, traduzione di Alfredo Colitto) chiude in bellezza la serie poliziesca ambientata nell’India britannica degli anni Venti del secolo scorso. Dello stesso autore abbiamo recensito “Fumo e cenere” e “Morte a Oriente”.

Ringraziamo la casa editrice per la copia digitale inviata in omaggio.

Il centro nevralgico della quinta e ultima inchiesta di Sam Wyndham e Surendranath Banerjee della polizia imperiale di Calcutta è il comunalismo divisivo. Quello che, per sottolineare l’identità religiosa di un gruppo, promuove l’intolleranza verso fedi diverse. Purtroppo, il conflitto tra induisti e musulmani è storia recente.

Un autore tradotto in 15 Paesi

Abir Mukherjee, di origine indiana e cresciuto in Scozia, ha lavorato nel mondo della finanza dopo una laurea presso la prestigiosa London School of Economics. A seguito del successo internazionale de “L’uomo di Calcutta” nel 2014, si dedica a tempo pieno alla scrittura. Uno dei segreti del favore di critica e pubblico è l’ambientazione nella fase di svolta della storia anglo-indiana, scossa da fermenti nazionalisti e indipendentisti.

Trama de Le ombre degli uomini

Un attacco a sorpresa alza subito la posta in gioco, perché a imporsi da protagonista è il sergente Suren, spalla professionale e narrativa del capitano Wyndham.

Ha lo sguardo in macchina mentre avvia un dialogo diretto con il lettore per esporre la sua versione dei fatti. La sua vita ha cominciato ad andare in pezzi, racconta, dopo aver ricevuto l’ordine di tallonare un politico musulmano di spicco. Una missione top secret di alto profilo, assegnata eccezionalmente a un poliziotto come lui, nativo e privo di un addestramento specifico. È solo l’inizio di un mare di guai.

Si sente innocente e responsabile degli eventi. Teme di avere disonorato la sua famiglia. Ma dichiara la sua estraneità all’accusa di omicidio che lo condanna alla forca. La vittima è un bramino del movimento induista. Quanto basta per moltiplicare le ondate di violenza contro i musulmani in un Paese in crisi. Infatti il movimento indipendentista, affossato nel pantano di rivalità interne, è preda di paura, disorientamento e rabbia. In questo clima avvelenato una guerra civile appare una certezza.

In termini filmici quello di Suren è uno ‘sguardo’ confidenziale che suscita nell’interlocutore una complicità immediata.

A seguire, grazie a un montaggio parallelo e alternato, la parola passa a Sam Wyndham. È reduce, racconta, da un incontro ufficioso con un boss locale, perché gli scontri armati tra bande di fedi diverse si sono intensificati. Un brutto affare rispetto alle dispute territoriali di routine per il controllo dello spaccio di narcotici. All’improvviso viene informato che il suo fidato collaboratore Suren è in stato di arresto con l’accusa di omicidio.

Comincia l’avventura

Scattano due inchieste parallele e convergenti in un vortice di fughe, inseguimenti, peripezie perché l’azione è dominante rispetto alla detection deduttiva in senso stretto.

Il capitano Wyndham non esita a mettere a repentaglio la carriera per salvare il sergente, tentando di ricostruire la dinamica dei fatti. Nel frattempo Suren si dà alla macchia. Per dimostrare la propria buona fede ha una sola carta da giocare: individuare il responsabile dell’omicidio del sacerdote indù e il disegno politico dietro le quinte.

Tra Calcutta, Bombay e uno scorcio a Marsiglia, i due si districano tra nuovi aiutanti, vecchie conoscenze, falsi amici, figure ambigue: “i laureati con le mani pulite che si costruiscono una carriera esortando gli altri alla violenza”. Però a fare bingo sono lo spirito di iniziativa, il coraggio, la flessibilità mentale di un Suren meno idealista rispetto agli esordi.

Recensione

Da appassionata della serie, ribadisco lo spessore dell’ambientazione storica, il dinamismo delle scene di massa, la qualità del duo investigativo che surclassa lo schema veterano/recluta.

I rapporti di forza sono ricalibrati a vantaggio del sergente bengalese, che cresce come uomo e poliziotto al servizio dell’Impero britannico. Finalmente Surendranath Banerjee – il cuore pesante e la mente chiara – trova il suo posto nel mondo.

Se non conoscete la serie, affrettatevi a rimediare: non è necessario leggere i romanzi in ordine di pubblicazione.

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