“Novecento” – Alessandro Baricco


Voto: 5 stelle / 5

Quello che per primo vede l’America, su ogni nave ce n’è uno… E noi come spettatori della vita, ci svegliamo con addosso la storia convinti di possederla, di averla fatta nostra. Ma là dentro, su quel piroscafo, il Virginian, ecco là dentro la vita sale e scende, passa e lascia qualcosa, briciole di tradizioni, racconti luoghi mai visti, profumi e…. musiche. Dello stesso autore abbiamo recensito “The game” e “Tre volte all’alba“.

Trama

copertina novecento bariccoTutto questo, Danny Boodman TD Lemmon 900, lo vive da 25 anni filati. Mai sceso. L’ha trovato un macchinista di Philadelpia, un gigante d’uomo. Stava in una scatola sopra il pianoforte, nel salone di prima classe. Bastò un sorriso del piccolo perché al gigante gli scattasse qualcosa dentro, come la sensazione di essere diventato padre. Poi, una notte di tempesta, una carrucola impazzita se lo portò via e 900 divenne di nuovo orfano. Sparì per non farsi deportare. Ricomparve venti giorni dopo seduto al pianoforte, con una musica piccina tra le dita.

Tempo dopo, quando la gente scendeva dalla nave, parlava di una musica strana e di un pianista che sembra avere cento mani. La notizia giunse all’orecchio di Jelly roll morton, l’inventore del jazz, che lasciò il Mississipi per imbarcarsi sull’Oceano. Sfidò 900 quando le luci della città non era altro che un ricordo…

Recensione Novecento di Alessandro Baricco

Queste ad altre sfide attesero Danny Boodman TD Lemmon 900, il più grande pianista che abbia mai suonato sull’oceano. Uno genio sregolato, che viveva in una realtà che solo a lui apparteneva, una gazza pronta a succhiare ogni sorta d’informazione potesse farlo sognare. Perché il mondo, lui, lo costruiva pezzo per pezzo, nella sua mente, viaggio dopo viaggio, porto dopo porto. Accompagnava il Virginian sulle note della sua immaginazione. Lasciando dietro di se una scia di malinconica leggenda.

Novecento è un uomo che trova la sua sicurezza nelle cose “finite”, ma il suo genio necessita di stimoli e il conflitto lo attanaglia. Spesso nella vita ci troviamo a scegliere la via più facile e meno dolorosa rinunciando a qualcosa di importante. Lui lo fa alla sua maniera, con un’eleganza micidiale, suonando un pianoforte e danzando con lui sul meraviglioso parquet illuminato da Alessandro Baricco.

Alex Fabbro

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