Il romanzo: “Il visconte dimezzato” di Italo Calvino, pubblicato nel 1952, di genere storico e fantastico, 133 pagine. La recensione è stata scritta da Federica Aiello, membro della nostra community.
Dello stesso autore abbiamo recensito anche “Il sentiero dei nidi di ragno“, “Il cavaliere inesistente” e “Marcovaldo“.
A metà tra il bene e il male – La trama de Il visconte dimezzato
Il visconte dimezzato è il primo della raccolta I nostri antenati di Italo Calvino. La storia è narrata dal punto di vista di un anonimo bambino che racconta le vicende dello zio, il visconte Medardo di Terralba. Quest’ultimo, che è un guerriero coraggioso e fiero combatte la guerra tra Boemia e Turchia e malauguratamente viene colpito in pieno da una cannonata. Sarà solo una parte del suo corpo, quella destra, a sopravvivere. In maniera del tutto inverosimile infatti, il narratore bambino vedrà arrivare al villaggio lo zio che credeva morto, ma lo vedrà arrivare con un solo occhio, una gamba, un braccio, una narice, un orecchio ecc…
Da questo momento in poi il visconte attuerà malefatte nei confronti di chiunque si trovi sul suo percorso. La sua parte destra, sopravvissuta alla guerra, è la metà malvagia. Fa morire suo padre di disperazione e farà vivere la sua balia Sebastiana ai confini della società, in un paese di lebbrosi. Si innamora poi della contadina Pamela ma, essendo malvagio, le manderà come regalo animali dimezzati, fiori con la metà dei petali e proporrà all’amata di vivere rinchiusa nel suo castello. Naturalmente lei rifiuterà.
Il bambino narratore incontrerà poi l’altra metà dello zio, la sinistra buona, che in realtà non era stata perduta in guerra. Il popolo però si sentirà oppresso da entrambe le metà del visconte così come Pamela, corteggiata e quasi perseguitata dal Medardo buono e dal Medardo cattivo. Grazie ai genitori di Pamela, il dottor Trelawney e il bambino narratore si arriverà ad un simpatico lieto fine in cui le due metà di Medardo saranno ricucite insieme.
Commento su Il visconte dimezzato
Ho scelto di leggere questo libro in preda al classico blocco del lettore. Prima o poi (purtroppo) tutti noi lettori ci passiamo, sembra che nessun libro ci appassioni e siamo presi da mille distrazioni. Dunque, una mattina mi avvicino alla mia libreria e d’impeto afferro questo volume da scuola media.
Già dalle prime pagine mi sono sentita catturata sia per lo stile di scrittura semplice e pungente di Calvino, sia per l’evolversi della storia e dei suoi personaggi. Tra l’altro nel libro l’autore fa riferimento anche ai poeti decadenti rappresentati dai lebbrosi e al rapporto tra uomo e scienza rappresentato dal dottor Trelawney. Il tema centrale però è l’uomo dimezzato. Il visconte infatti è dimezzato esattamente seguendo la linea di demarcazione che divide il bene e il male. L’autore descrive anche magnificamente lo stato d’animo dell’uomo non solo ideologicamente incompleto ma anche fisicamente. Il tema del diverso ci appassiona sempre di più negli ultimi decenni e mi sono sentita quasi coccolata dalle riflessioni di Medardo perché so cosa significa essere incompleti. Dunque secondo me non è importante il finale che riprende un po’ il classico “e vissero felici e contenti” ma il percorso che segue l’autore.
Libro consigliatissimo se si sente il bisogno di una lettura breve, semplice ma molto profonda.
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Mi trovo d’accordo con quanto scritto da Federica. Una lettura piacevole, scorrevole, a tratti divertente e carica di significato.
Ho acquistato una versione economica proposta da Mondadori. Quella che fa parte della promozione “2 libri a 10 euro”. In verità non è quella che vi consiglio, visto che se voleste leggere gli altri due romanzi della serie “I nostri antenati” in totale dovreste spendere di più rispetto al costo del singolo volume che li raccoglie tutti e 3.
In verità non sono sicuro di voler continuare con gli altri due libri della serie. Almeno non immediatamente. “Marcovaldo” suscita in me maggiore curiosità. Si accettano suggerimenti.