“Suez. Il canale che ha cambiato la geografia del mondo” – Domenico Vecchioni


Voto: 5 stelle / 5

Proprio oggi, 17 febbraio 2023, esce il nuovo lavoro di Domenico Vecchioni “Suez. Il canale che ha cambiato la geografia del mondo” in libreria per RusconiLibri editore.

Di Domenico Vecchioni abbiamo recensito “Pablo Escobar. Vita, amori e morte del re della cocaina“, “Le dieci donne spia che hanno fatto la storia“, “Legione straniera. Storia, regole e personaggi” e “Le spie del Duce“. Ringraziamo l’autore per la copia omaggio.

Premessa

È di un mese fa la notizia di un cargo con 65 mila tonnellate di mais incagliato nel canale di Suez. Due anni prima un incidente analogo causò ripercussioni nella catena degli approvvigionamenti globali, con danni economici considerevoli. Nella storia del canale tali incidenti non sono isolati.

Eppure nel 2015 lavori di allargamento hanno permesso un doppio transito contemporaneo per una tratta di 35 km – al posto della navigazione a senso alternato messa a punto nel secondo dopoguerra -, riducendo sensibilmente i tempi di percorrenza in entrambe le direzioni. Estreme condizioni atmosferiche e ambientali a parte, le portacontainer sono ancora le più a rischio. Complici dimensioni e carico che rendono difficoltosi manovrabilità e interventi di soccorso.

Ferdinand Marie visconte de Lesseps e Luigi Negrelli cavaliere di Moldelba avrebbero potuto immaginare lo sviluppo della containerizzazione a partire dagli anni ’50 del secolo scorso? Fatta salva la retorica della domanda, proviamo a cambiare prospettiva. E se tali incidenti ci dessero, invece, la misura delle difficoltà di un’opera ingegneristica titanica che non ha addomesticato l’ambiente, ne ha mutato l’assetto geomorfologico e faunistico avviando una sfida in progress?
Ferdinand de Lesseps è osannato come ideatore e realizzatore dell’impresa. Luigi Negrelli è stato mortificato dalla Storia: è da lui che desidero cominciare.

Domenico Vecchioni ne riabilita la figura in questa sua ultima pubblicazione. Ora vi raccontiamo come.

Trama di SUEZ. Il canale che ha cambiato la geografia del mondo

Luigi Negrelli (1799-1859) vanta un curriculum di tutto rispetto. Ingegnere civile italiano, cittadino-austro ungarico di origine trentina, per le sue competenze fu arruolato da Lesseps nel gotha dei progettisti. Caso volle che non assunse la carica della sovraintendenza esecutiva dei lavori. Fu il francese a seguire scupolosamente la direzione del progetto di fattibilità elaborato da Negrelli, il migliore rispetto alla concorrenza. Così, come spesso accade, è solo di Lesseps che la Storia si ricorda.
Di quest’ultimo (1805-1894) Domenico Vecchioni – diplomatico, storico, saggista – ci restituisce un ritratto altrettanto efficace con il piglio divulgativo, documentato, accattivante che i suoi lettori conoscono bene. Un uomo dalla vita avventurosa, cresciuto in un ambiente privilegiato, con più qualità che virtù. Una lunga esperienza nel settore diplomatico, un ruolo poco trasparente come mediatore tra la Francia e la Repubblica Romana. Carismatico, intraprendente, geniale, dall’eloquio immaginifico e persuasivo.

Chi è il padre del canale di Suez?

Ferdinand Lesseps non era un ingegnere e nemmeno uno sponsor. Ma un mediatore nato. Ebbe il merito di creare tra mille difficoltà le premesse diplomatiche, politiche, finanziarie per realizzare su progetto di Negrelli il canale di Suez, sua ossessione dai tempi della giovinezza. Nemmeno lo scandalo di Panama riuscì ad appannare la fama di un uomo come lui, eroe e, forse, vittima della propria megalomania.

È impossibile presentare il cast completo di questa avventura straordinaria, il cui prezzo più alto fu pagato dalla manovalanza a corvée. Si ipotizzano migliaia di morti. Anche l’ Egitto fu penalizzato dal vantaggio geografico acquisito dalla realizzazione dell’idrovia nel suo territorio. Un affare, un giogo, una maledizione, un disastro, un volano per un rilancio in grande stile del Paese? Nel parapiglia sotteso all’impresa incuriosisce il retroscena giuridico e lo zampino di sansimoniani e massoni. A contendersi il ruolo di comprimari nella gestione del canale, ci pensarono Francia e Gran Bretagna alternando savoir-faire e colpi bassi. L’Italia rimase defilata fino alla conquista dell’Etiopia nel 1936. Però furono tanti gli italiani ingaggiati come sterratori. Tra questi il padre di Ungaretti (Vi siete mai chiesti perché il poeta nacque ad Alessandria d’Egitto?).

Con sensibilità ambientalista, Domenico Vecchioni mette in guardia dalla migrazione di organismi alloctoni dal mar Rosso o “migrazione lessepsiana” che, minacciando l’ecosistema del Mediterraneo, rischia di compromettere con danni irreversibili turismo e poli ittici. Le autorità israeliane sono già in allerta.

Recensione

Sono numerosi i saggi a riguardo dal taglio politico-strategico, tecnico-scientifico, storico, economico, green. C’è addirittura un fumetto intitolato “Pasquino all’istmo di Suez” del caricaturista Casimiro Teja, padre del nostro graphic journalism.
L’autore tratteggia una storia completa e avvincente del canale di Suez, con quella capacità di sintesi e chiarezza espositiva, che dimostrano la competenza di chi scrive senza faziosità. Non è impresa da poco, vista la complessità e la delicatezza dell’argomento.

Questo saggio non ricostruisce solo la storia di un’autostrada marina che, permettendo la navigazione diretta dal mar Mediterraneo all’oceano Indiano, rende più piccolo il mondo.

Domenico Vecchioni analizza un’altra sfaccettatura. Quella di un confine che, in base ai rapporti di forza nello scacchiere geopolitico internazionale, ai flussi dell’economia globale, alla natura delle merci trasportate mostra le due facce virtuali del canale: separare e collegare.

Perché dalla sua inaugurazione nel 1869, il canale di Suez ha messo in comunicazione e diviso Oriente e Occidente. È stato teatro di guerre e contese, ma solo una volta si è trasformato in una frontiera militare, con tanto di filo spinato e cavalli di Frisia. Oggi una delle vie d’acqua artificiali più lunghe al mondo:

È pronta ad assicurare una rinnovata funzione di progresso e pace

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