“Sono tornato per te” – Lorenzo Marone


Voto: 5 stelle / 5

Una storia d’amore e di coraggio tra miserie e soprusi, tra rabbia e ricordi, nel turbinio degli eventi storici degli anni Trenta e Quaranta. Lorenzo Marone, nel suo ultimo romanzo “Sono tornato per te” (Einaudi, 2023), ci regala una storia delicata e struggente in cui la forza dell’amore si trasforma in lotta per la sopravvivenza. Per un ritorno profumato d’eternità.

Di Lorenzo Marone abbiamo recensito anche “Inventario di un cuore in allarme“, “Tutto sarà perfetto“, “Le madri non dormono mai“, “La tentazione di essere felici“.

Trama di Sono tornato per te

Alla vigilia della seconda guerra mondiale, nell’entroterra campano al confine con la Basilicata, nasce la tenera storia d’amore che vede protagonisti Cono e Serenella. Cono è figlio di un mezzadro e fin da piccolo ha imparato la dura vita dei campi. Serenella è figlia di un artigiano di idee socialiste. Primi sguardi, primi incontri furtivi, prime emozioni e primi battiti arditi del cuore. Ma Romano, il figlio del podestà, fedele al duce, ha puntato gli occhi sulla fanciulla. La sua prepotenza inizia a farsi sentire in paese, così che Cono un giorno, travolto dalla collera, reagisce con violenza.

Peccava in sentimenti esasperati, e molto in orgoglio, non pensava che a scendere in guerra, se ferito, senza preoccuparsi delle implicazioni. Nulla sapeva di vanità, ma sull’onorabilità molto gli era stato detto. Lo muoveva un intransigente e talvolta malinteso senso di giustizia.

Il suo gesto d’ira avrà ripercussioni su tutta la sua famiglia e, per sfuggire alle squadre fasciste, Cono inizierà un viaggio verso l’abisso più nero. Deportato in un campo di concentramento come prigioniero politico, troverà uno stimolo nella boxe e diventerà pugile, più per necessità che per passione. Aggrappandosi al ricordo di Serenella e della sua famiglia, cercherà in ogni momento di rimanere vivo per poter un giorno ritornare a casa.

Recensione

L’essenza della vita è in ogni singolo respiro. Lo sa bene Cono, relegato nella sua sofferenza, in quel campo di concentramento dove ogni parvenza umana si è ormai dissolta. L’importante è restare in vita alla fine del giorno. E conservare la dignità, quando tutto intorno si riduce in macerie.

Il romanzo è diviso in due parti. La prima è dominata dalla freschezza e dalla solarità delle giornate trascorse in paese e dall’amore appena sbocciato tra Cono e Serenella, che rende sopportabile anche la povertà e la miseria di quel periodo storico. La seconda parte è ambientata nel campo di concentramento ed è pervasa dalle tenebre degli orrori a cui il protagonista è costretto ad assistere. L’amore e i sani valori a cui è ancorato Cono sono il filo conduttore che lega insieme le varie parti del romanzo e ci riporta alla gioia delle piccole cose.
Il pugilato, sport amato dal Fuhrer e praticato all’interno del campo, sarà la strada che permetterà a Cono di restare in vita.

A muoverlo più che il coraggio era la disperazione, che incredibilmente lo faceva sentire libero e onnipotente. La disperazione era il suo narcotico.

Molteplici i momenti lirici che ci regala l’autore all’interno della storia, dagli idilli di carattere bucolico, che allietano l’anima, ai toni tragici e drammatici della seconda parte, che rivelano l’abisso in cui può cadere l’uomo quando l’umanità cede il posto alla mostruosità.
E, nonostante ciò, non viene mai espressa una parola di vendetta, mai un lamento, mai una lacrima, perché la dignità è l’unico valore che nessun essere umano potrà mai togliere ad un altro.

Spossessato d’ogni bene, denudato, intorpidito e umiliato, avrebbe affrontato la tempesta con in testa una preghiera quotidiana tra le tante, che la paura della morte non gli togliesse l’unica cosa che gli era rimasta al mondo, la sua irrinunciabile dignità.

Storie come quelle narrate magistralmente da Lorenzo Marone conquistano, vincono la barriera del tempo e lasciano tracce indelebili sull’importanza della vita e sul senso d’umanità che ci permette ancora di amare, affrontare con coraggio ogni giorno e lasciare un’impronta nel mondo.

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