“Lo sbarco in Normandia” – Domenico Vecchioni


Voto: 5 stelle / 5

In leggero anticipo rispetto al 79esimo anniversario del D-Day, che si celebra il 6 giugno, arriva in libreria il nuovo saggio di Domenico Vecchioni “Lo sbarco in Normandia. D-Day. Il giorno più lungo” pubblicato da Diarkos nella collana Storie (aprile 2023). Ringraziamo l’autore per la copia cartacea ricevuta in omaggio.

Di Domenico Vecchioni abbiamo recensito “Pablo Escobar. Vita, amori e morte del re della cocaina”, “Le dieci donne spia che hanno fatto la storia”, “Legione straniera. Storia, regole e personaggi”, “Suez. Il canale che ha cambiato la geografia del mondo” e “Le spie del Duce“.

Una sintesi tra giornalismo e storia ricostruisce le fasi della più complessa operazione militare di sempre. Troverete tutto, compresi aneddoti e corredo iconografico. E la concorrenza, specie sul fronte storiografico anglosassone e francese, è piuttosto agguerrita!

Ideazione, progettazione, prove generali e piani sussidiari, messa a punto dell’attività di disinformazione con l’operazione Fortitude, apporti della fotografia aerea; telecronaca dal D-Day alla battaglia di Normandia per la liberazione dei territori occupati o la loro invasione, come titolò il “New York Times”. Uno sguardo a logistica e passaggi tattici. Un altro agli attori di entrambi gli schieramenti, senza dimenticare il pesante tributo dei civili. Nella cassa di risonanza dei corrispondenti di guerra incontriamo di sfuggita anche l’autore di “Per chi suona la campana”.

La Seconda guerra mondiale e dintorni è un terreno che Domenico Vecchioni ha esplorato a fondo, con particolare attenzione per il sottobosco di intelligence. Numerose le sue monografie a tema. Conoscete l’agente Garbo? È il nome in codice di Juan García Pujol, doppiogiochista fuoriclasse del controspionaggio britannico che diede un contributo fondamentale per disorientare l’alto comando nazista sul luogo del grande sbarco. Leggenda vuole che Fleming si sia ispirato a lui per modellare l’agente 007.

Trama di Lo sbarco in Normandia

Nel 1947 toccò al generale De Gaulle l’onore di inaugurare la lastra commemorativa di Biting, la spregiudicata incursione sulla costa normanna che consentì agli inglesi di misurare le competenze tedesche nel campo ancora sperimentale dei radar e sviluppare contromisure adeguate. Fu solo la prima delle missioni propedeutiche allo sbarco, volte a testare capacità difensive del nemico, colpire punti strategici, rodare l’operazione finale. Non tutte furono un successo come mostrò la tragedia di Dieppe. Ma tutte permisero agli Alleati di perfezionare sugli errori un dispiego di forze congiunte senza precedenti. Il che a dire: lancio dei paracadutisti, bombardamenti, sbarco, penetrazione nell’entroterra per liberare la Francia.

Vallo Atlantico a parte, era tutt’altro che scontato il successo dello sbarco, nome in codice Neptune, parte marittima dell’operazione Overlord che il 6 giugno 1944 diede una virata al Secondo conflitto. Eppure la necessità di liberare l’Europa occupata dai nazisti era emersa tra gli Alleati poche settimane dopo l’entrata in guerra degli Stati Uniti nel dicembre 1941.

“Lo stesso Eisenhower, comandante supremo delle forze alleate in Europa, era così dubbioso sulla vittoria che redasse una lettera da pubblicizzare in caso di fallimento. In essa assumeva tutte le responsabilità per l’infelice iniziativa.

Domenico Vecchioni approfondisce il ruolo su larga scala del controspionaggio britannico e della Francia libera – argomento a lui congeniale -, ai fini del successo del ‘giorno più lungo’ come lo definì Rommel. La narrazione gareggia con una spy story.

Recensione

Una scrittura equilibrata prende le distanze dalla trasfigurazione epica delle pellicole hollywoodiane e dalla mitologia del liberatore. Poiché casualità, ritardi nella catena di comando, imprevisti, errori di valutazione, onore, coraggio ed expertise non hanno bandiera, vengono esaminati punti di forza e criticità di vinti e vincitori. Scorrevole la disamina di alcune personalità militari e politiche, del teatro delle operazioni e dell’apparato bellico messo in campo.

È il parere di una lettrice, il mio. Non sono uno specialista. È stato Pablo Escobar a presentarmi nel 2021 Domenico Vecchioni e da allora lo seguo con interesse.

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