“On Writing” – Stephen King

Un amore letterario


Voto: 5 stelle / 5

Ho cominciato a leggere Stephen King nell’ormai lontanissimo 1984, su istigazione di un mio
compagno di classe del liceo. E devo dire che l’ho amato da subito, per l’incisività dello stile e
l’originalità delle storie. Certo, qualche romanzo mi ha convinto meno di altri, ma sono cose che
succedono, quando si legge. Di un autore non può piacerci ogni cosa che ha scritto.
Il mio “amore letterario” è stato intenso, fino a quel malaugurato incidente stradale nel quale il Re
del Brivido è rimasto coinvolto e che gli è quasi costato la vita. Di Stephen King abbiamo recensito anche Laurie“, “Carrie, lo sguardo di Satana“, “Pet Sematary“, “The Dome“, “Misery“, “Revival“, “Incubi e deliri” e “Joyland“.

Una malinconica decadenza

Da quel momento, ha avuto inizio una inaspettata e malinconica decadenza letteraria. Nel senso che
Stephen King non ha quasi più azzeccato un libro. Le avvisaglie del nuovo corso si sono viste nel
terribile Acchiappasogni, un romanzo banale e farraginoso, dal finale affrettato.
Senza contare la trovata cui assistiamo nel ciclo fantasy della Torre Nera. A un certo punto, l’autore
fa incontrare i suoi personaggi con… Stephen King. Una trovata mediocre che francamente non mi
aspettavo da uno scrittore considerato fra i più geniali del suo genere letterario.
La mia delusione è stata tale che ora non riesco a leggere più nulla di suo. Ma questo è un problema
mio.

Nel laboratorio dello scrittore grazie a On writing

saggio on writing di stephen kingDel periodo cui alludo fa eccezione uno splendido saggio, scritto proprio in prossimità
dell’incidente stradale (non ricordo più se prima o dopo).
S’intitola molto semplicemente On writing, e reca per sottotitolo «Autobiografia di un mestiere».
Chi decide di leggerlo non si aspetti il solito manuale di scrittura creativa, perché non lo è. Cosa sia
lo dichiara il sottotitolo. In queste pagine, Stephen King si confessa: racconta la propria passione
per la scrittura, dispensa consigli. A modo suo. Con le immagini e le metafore che solo lui sa creare
quando si ricorda di essere chi è.
Tipo quella della cassetta degli attrezzi. Perché ogni scrittore che si rispetti deve sempre portare con
sé la propria cassetta degli attrezzi, nella quale inserire gli strumenti del mestiere e che costituisce
un indispensabile bagaglio esperienziale, oltre che professionale.
Il saggio si chiude con un questa esortazione, che da sola vale l’intero volume. Ogni scrittore
dovrebbe incidersela nella mente per non dimenticarla mai:

Scrivere è magia, è acqua della vita come qualsiasi altra attività creativa. L’acqua è gratuita.
Dunque bevete. Bevete e dissetatevi.

Stephen King, On writing, Milano, Sperling & Kupfer, 2001

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